wine2wine di Veronafiere, focus USA per non perdere leardeship

vinousa-marcopolonews“wine2wine” di Veronafiere fa un focus sugli USA per non perdere leardeship che il mercato italiano ha conquistato. Sono gli USA uno dei Paesi focus di quest’anno a “wine2wine”, che propone diversi momenti di informazione, formazione e networking a produttori ed esportatori sul primo mercato al mondo per il consumo di vino sia per volumi che in valore. Un mercato ove i consumatori abituali, cioè persone che bevono vino più volte nel corso dell’anno, sono 120 milioni, una cifra superiore alla popolazione complessiva di Francia e Italia, i due maggiori consumatori di vino pro capite.

Le potenzialità di sviluppare ulteriormente l’export di vino italiano sono alte, grazie anche ad indici macroeconomici positivi, tra i quali il livello di fiducia dei consumatori, a 119 punti (+18 terzo trimestre), il secondo più alto al mondo. Diventa, quindi, importante per l’Italia rinnovare la propria attività di marketing negli USA, dove il 47% della persone ha facebook come primo influencer per i propri acquisti, utilizzando i nuovi canali di comunicazione e cogliendo l’aria di cambiamento negli stili di consumo e di acquisto di vino imposti dalla Millenial generation (70 milioni di persone). Ossia quella che va dagli anni ’80 all’inizio degli anni 2000 e che sempre più acquista per il consumo domestico, per non far perdere all’Italia la sua storica leadership tra i Paesi importatori. I numeri del vino importato negli Usa (fonte IFWI) registrano un import complessivo 2014 di 8.811.033 ettolitri, per un valore di complessivo di 3.950.806.000 dollari.

Per quanto riguarda l’import 2014, dai primi tre Paesi importatori si registrano per l’Italia 2.471.607 ettolitri, per un valore di 1.342.352.700 dollari; l’Australia segna invece 1.591.723 ettolitri per un valore di 391.265.440 dollari; il Cile 1.502.389 ettolitri per un valore di 275.952.000 dollari L’import 2015 (gennaio-giugno) rileva invece per l’Italia 1.275.900 ettolitri per un valore di 641.048.000 dollari, con una quota di mercato pari al 27,9% in quantità e al 32,9% in valore; l’Australia registra in totale 760.090 ettolitri, per un valore di 193.326.000 dollari, con una quota di mercato del 16,6% in quantità e del 9,9% in valore; il Cile infine segna 730.660 ettolitri per un valore di 130.197.000 dollari, con una quota di mercato del 16% in quantità e del 6,7% in valore.

boscaini-marcopolonews“La promozione deve avere le gambe lunghe, ma noi ne abbiamo una zoppa e così non siamo in grado di comunicare il nostro vino, al contrario degli altri Paesi europei”, ha detto Sandro Boscaini (Masi), presidente di Federvini, intervenendo al convegno “Business Strategies” di “wine2wine” in merito al prossimo decreto sui fondi Ocm promozione. “Dobbiamo essere messi nelle condizioni di spendere bene i soldi a noi destinati”, ha proseguito il presidente dei produttori italiani, “così come lo fanno Francia, Germania, Spagna e Portogallo. Purtroppo non è così e mi dispiace che oggi il Ministero dell’Agricoltura non sia presente a questo convegno. Le nostre aziende sono molto preoccupate per l’iter del decreto che già quest’anno ha preso il via con 8 mesi di ritardo. In questo momento le imprese non sono in grado di dire cosa avranno a disposizione e pianificare l’investimento. Tutto questo rende incredibilmente difficile fare proposte e soprattutto rende sgomenti gli importatori che trattano allo stesso tempo con i nostri colleghi europei, che conoscono i programmi con mesi di anticipo rispetto a noi”, ha aggiunto il presidente Boscaini. Ma non si è parlato a parlare di Ocm.

Poi, affrontando un altro tema di attualità, Boscaini ha detto che “siamo soddisfatti per la proposta di legge di qualche settimana fa che porterebbe il vino ad essere considerato patrimonio nazionale: il vino è un traino, una cartina di tornasole e rappresenta come l’agroalimentare stia bene”. Altro tema stringente è la crisi “c’e’!”, ha detto, “ci sono mercati che hanno avuto un calo come la Russia, e l’area Nord Europa. Ma grazie a Dio gli Usa rappresentano un buon andamento, mentre il Canada segna il passo. Le situazioni non sono del tutto uniformi, dobbiamo essere più aggressivi, più protagonisti. L’arma della competizione non può essere più solo il prezzo, ma anche l’organizzazione del commercio e la promozione. Ci vuole una semplificazione delle procedure. La comunicazione tra i vari attori deve essere coordinata”, ha concluso Boscaini.

Il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, nel corso di “wine2wine”, ha annotato che “siamo stati in grado di rappresentare al meglio l’Italia e abbiamo raccontato benissimo l’esperienza vitivinicola italiana, raggiungendo dei numeri significativi, quindi missione martina mpncompiuta. Credo che il primo gennaio 2016, quando con il nuovo sistema per i diritti di impianto, applicheremo uno scenario nuovo: lo abbiamo curato perbene nel dettaglio e siamo riusciti a generare uno strumento utile che consentirà a tanti territori di gestire bene questo passaggio”.

Martina ha inoltre detto di essere “molto contento per i risultati della filiera del vino anche in base al supporto ottenuto da Expo Milano 2105”. Soffermandosi sui 50 anni di Vinitaly che il settore si appresta a festeggiare il prossimo anno, Martina ha sottolineato che “questi 50 anni hanno raccontato la storia del vino italiano dai problemi alle opportunità, dai momenti difficili alle grandi occasioni. In questi anni Vinitaly è stata in tutto e per tutto l’agenda che ha consentito al vino italiano di costruirsi, rinnovarsi, e raccontarsi per fare salti di qualità in avanti. Bisogna lavorare in sinergia perché in Vinitaly coesiste un concentrato di professionalità e una potenzialità nel racconto del vino italiano in giro per il mondo che è formidabile”.

Infine, per quanto riguarda il nodo dei vitigni autoctoni e l’ipotesi di liberalizzazione e di utilizzo dei nomi dei vini italiani, il ministro ha spiegato che “la nostra posizione sarà molto ferma. Nessuna ipotesi può mettere in discussione i diritti acquisiti. Battaglieremo perché non si può certo cambiare lo scenario senza considerare la storia di questa esperienza”, ha concluso il ministro Martina.

 

di Alexandra Rufini

3 Dicembre 2015