A Villa Manin Grand Tour di fine ‘800 con immagini inedite

villa-manin1-marcopolonewsIl fascino del famoso “Grand Tour” di fine Ottocento è in mostra a Villa Manin di Passariano (Udine). Oltre 700 immagini in gran parte inedite, realizzate da viaggiatori e incisori che scendevano dal Nord Europa per visitare Venezia, Trieste, l’Istria, la Dalmazia fino al Montenegro, sono esposte fino al 13 settembre nella sontuosa residenza dogale in terra friulana.

La mostra è stata realizzata dalla casa editrice “Biblioteca dell’Immagine” di Pordenone, che ha ritrovato oltre seimila prove di stampa di queste immagini e altre dedicate all’Italia, all’Europa e all’Africa in un’ex tipografia sui Navigli a Milano dove erano state abbandonate al termine della attività della casa editrice milanese Fratelli Treves.

Il ritrovamento, oltre a duemila prove di stampa di testi di diari e impressioni di viaggi scritti da viaggiatori tedeschi, inglesi e francesi, è stato casuale e consente di proporre a Villa Manin una mostra unica, dove le parole accompagnano visioni di paesaggi, persone, angoli caratteristici, palazzi e castelli, porti e scogli, montagne e interni di abitazioni dell’epoca e tanto altro.

A effettuare il viaggio, descritto in quattro libri editi di recente da Biblioteca dell’Immagine e presentati all’ultimo Salone del libro di Torino, è stato Carlo Yriarte, giornalista francese di “Le Monde Illustrè”, che realizzò molti dei disegni in mostra a Villa Manin e fece poi eseguire ulteriori immagini al suo rientro in Francia da famosi incisori che utilizzarono i suoi bozzetti.

Yriarte era nato a Parigi nel 1883 da famiglia di origine spagnola e ben presto divenne collaboratore di alcuni fra i più importanti giornali francesi. A fine Ottocento intraprese per “Le Monde Illustrè” un viaggio in Italia da Trieste a Ravenna, fino alla Puglia. Al suo rientro a Trieste percorse l’altra sponda dell’Adriatico, a cavallo, a piedi e in battello, fino al Montenegro. I suoi diari di viaggio vennero pubblicati sul giornale francese e in Italia apparvero per i tipi della Fratelli Treves nel 1883, ora ritrovati a Milano.

L’esposizione delle immagini inedite del “Grand Tour” non poteva avere scenario migliore e più adatto. Villa Manin si presenta infatti agli occhi del visitatore come vero “gioiello” d’arte e di storia. È posta nel cuore della pianura friulana, là dove i magredi sassosi si incontrano con i terreni argillosi dando vita alla più estesa area di acque di risorgiva d’Europa.villa-manin-marcopolonews

Con i suoi 8500 metri quadri di sale, corridoi, affreschi, edifici storici, la cappella di Sant’Andrea e i diciotto ettari di parco paesaggistico all’inglese, Villa Manin rappresenta non soltanto una delle più grandi ville venete d’Italia, edificata nella pianura del Friuli nel momento storico dell’eclissi dei traffici di Venezia verso Oriente e delle conseguenti mire espansionistiche della Serenissima verso la terraferma, ma incarna il sogno europeo di una delle più importanti e ricche famiglie della Repubblica di San Marco, con immense proprietà sparse dal Polesine all’Istria, ambiziosa al punto da voler rivaleggiare con le più fastose corti del continente. La villa di Passariano rappresentava anche un grande disegno: quello di collegare i traffici che provenivano per via d’acqua dalla laguna di Venezia e dall’Alto Adriatico con quelli che scendevano la valle del Tagliamento, provenendo dall’Europa centrale.

Per raggiungere questo obiettivo i Manin per secoli si impegnarono nella realizzazione di adeguate infrastrutture, dotando anche la villa, attorniata da migliaia di ettari di proprietà fondiaria, di tutti gli strumenti utili a trasformare il prodotto del lavoro nei campi.

La bellezza viene chiamata ad adornare un progetto così ambizioso, poiché l’iniziale “casa di campagna” doveva trasformarsi in un vero e proprio “luogo delle meraviglie”, capace di stupire il viaggiatore e di rendere conto del prestigio e delle ricchezze della famiglia che l’aveva edificato e abbellito. Furono convocati artisti, anche da Paesi stranieri, a realizzare opere figlie del loro tempo: affreschi, sculture e stucchi, tra barocco e rococò, che impreziosirono gli spazi della Villa Manin e del suo vasto e curato parco.

di Dario de Marchi

19 Giugno 2015