È la cultura il motore dell’Italia e del Made in Italy

presentazione-io-sono-cultura-2016-1-638La cultura si conferma uno dei motori trainanti dell’economia italiana e partecipa attivamente alla ripresa. Il sistema produttivo culturale e creativo genera ben 89,7 miliardi di euro e attiva altri settori dell’economia arrivando a muovere nell’insieme 249,8 miliardi, equivalenti al 17% del valore aggiunto nazionale. Un dato comprensivo del valore prodotto dalle filiere del settore, ma anche da quella parte dell’economia che beneficia di cultura e creatività e che da queste viene stimolata, a cominciare dal turismo. Una ricchezza che si riflette in positivo anche sull’occupazione: il solo sistema produttivo culturale e creativo dà lavoro a 1,5 milioni di persone (il 6,1% del totale degli occupati in Italia). E se dal 2011 al 2015 la crisi si è fatta sentire incidendo in negativo su valore aggiunto e occupati del Paese, rispettivamente con il -0,1% e il -1,5%, nelle filiere culturali e creative, la ricchezza è invece cresciuta dello 0,6% e gli occupati dello 0,2%.

È la fotografia, in parte ignorata soprattutto dagli amministratori pubblici, che emerge dal Rapporto 2016 “Io sono cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”, elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere con la collaborazione e il sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione Marche e di Sida Group, presentato a Roma, alla presenza del Ministro Dario Franceschini, da Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere, da Ermete Realacci, presidente di Symbola, e da Ivan Lo Bello, presidente di Unioncamere. L’unico studio in Italia che annualmente quantifica il peso della cultura e della creatività nell’economia nazionale. I numeri dimostrano senza ombra di dubbio che la cultura è uno dei motori primari della nostra economia e della ripresa che inizia a mostrare i primi segnali, un sostegno strategico alla competitività del made in Italy.

Dall’analisi emerge con chiarezza che il ‘sistema Italia’ deve a cultura e creatività il 6,1% della ricchezza prodotta in Italia nel 2015, 89,7 miliardi di euro. Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo (SPCC) ha sul resto dell’economia un effetto moltiplicatore pari a 1,8. Insomma, per ogni euro prodotto dal SPCC, se ne attivano 1,8 in altri settori. Gli 89,7 miliardi, quindi, ne stimolano altri 160,1 miliardi, per arrivare a quei 249,8 miliardi prodotti dall’intera filiera culturale, il 17% del valore aggiunto nazionale, col turismo come principale beneficiario di questo effetto volano. Più di un terzo della spesa turistica nazionale, esattamente il 37,5%, è attivata proprio dalla cultura e dalla creatività.

art-1024x512“L’Italia è forte se scommette su ciò che la rende unica e desiderata nel mondo: cultura, qualità, conoscenza, innovazione, territorio e coesione sociale”, ha commentato Ermete Realacci. “Dal rapporto emerge un Paese che è già proiettato nel domani, che crede nelle sue forze e nelle sue capacità, consapevole che la sua cultura dalla radici antiche è oggi un importante volano per la crescita. Un Paese che guarda avanti con coraggio senza dimenticare la sua storia, che coglie le opportunità della green economy e della digitalizzazione ma non dimentica la sua natura artigiana, fatta di piccole e medie imprese che traggono la loro forza dalla sapienza dei territori, dai loro saperi e dalla loro coesione. Un’Italia che fa l’Italia, che può vincere la sfida del futuro”.

“Se il nostro Paese sta uscendo dal tunnel della crisi, lo deve anche all’apporto fondamentale del mix di cultura, bellezza, creatività espresso dalle oltre 400mila imprese oggetto dell’analisi di Symbola e Unioncamere e, in modo particolare, da quelle attività del Made in Italy caratterizzate da forti sinergie con il settore culturale”, ha sottolineato Ivan Lo Bello. “Si tratta di un insieme di imprese che ha compreso l’importanza di investire in professionalità culturali e creative per competere sui mercati, veicolando la bellezza e lo stile che il mondo ci invidia. La grande ‘voglia’ di Italia che c’è all’estero si deve a questi attori, che quotidianamente affrontano la competizione internazionale puntando prima di tutto sulla propria inventiva e sull’innovazione”.

Il trend positivo del sistema culturale è stato favorito anche dall’Art Bonus, il credito d’imposta introdotto nel 2014 e che ha sinora registrato 2.728 donazioni per 62 milioni.

Le industrie culturali producono, da sole, quasi 33 miliardi di euro di valore aggiunto, ovvero il 36,6% della ricchezza generata dal SPCC, dando lavoro a 487mila persone (32,6% del settore). Contributo importante anche dalle industrie creative, capaci di produrre 12,7 miliardi di valore aggiunto (il 14,2% del totale del comparto), grazie all’impiego di 250mila addetti (16,7%). Performing arts e le arti visive generano invece 7 miliardi di euro di ricchezza e quasi 127mila posti di lavoro; da conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale arrivano quasi 3 miliardi di euro di valore aggiunto e impiega 52mila addetti.

restauro-beni-culturali-italiani-sprechi-marcopolonewsA questi quattro ambiti, il cuore delle attività culturali e creative, si aggiungono i rilevanti risultati delle attività creative-driven: 34 miliardi di euro di valore aggiunto (il 38,2% dell’intermo sistema culturale creativo) e 577mila addetti (38,7% del totale del sistema culturale e creativo). Considerando la dinamica dei settori, nel periodo 2011-2015, le performance più rilevanti sono quelle connesse al design (+10,8% per valore aggiunto e +13,8% per occupazione), alle produzioni creative-driven (+5,4% per valore aggiunto e +1,4% per occupazione), al videogame (+3,7% per il valore aggiunto e +1% per occupazione), alla musica (+3,0% per valore aggiunto).

Questa la geografia della cultura in Italia e dell’economia di cui è volano. La provincia di Milano è al primo posto sia per valore aggiunto che per occupati legati alle industrie culturali e creative (rispettivamente 10,4% e 10,5% del totale dell’economia provinciale). Nella classifica provinciale per incidenza del valore aggiunto del sistema produttivo culturale e creativo sul totale dell’economia, seguono Roma, attestata sulla soglia del 10%, Torino al 9,1%, Siena all’8,5%, Arezzo al 7,8%, Firenze con il 7,5%, Modena e Ancona entrambe al 7,2%, Bologna con il 7,1% e Trieste al 6,7%.

Dal punto di vista dell’incidenza dell’occupazione del sistema produttivo culturale e creativo sul totale dell’economia, è sempre Milano la provincia con le migliori performance. Seguita da Arezzo (9%), Roma (8,8%), Torino (8,5%), Firenze (8%), Modena (7,7%), Bologna (7,6%), Monza-Brianza e Trieste (entrambe al 7,5%), Aosta (7,3%).

 

di Dario de Marchi

26 Giugno 2016