La Val di Chiana si candida a bene immateriale dell’Unesco

sinalunga-val-di-chiana-unesco-marcopolonews La Val di Chiana, attraverso l’Unione dei nove Comuni senesi che ne fanno parte, ha deciso di candidarsi alla designazione di “Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco per i beni culturali immateriali. L’Unione ha già avviato i lavori per predisporre il necessario progetto che è il presupposto della candidatura stessa deliberando, con la maggioranza del centro sinistra e l’astensione delle minoranze, un finanziamento di 30 mila euro. Un riconoscimento che confermerebbe le peculiarità di una zona della Toscana che è già affermata per il suo rilevante contributo all’enologia Made in Italy.

Andrea Rossi, presidente dei Comuni uniti della Valdichiana e sindaco di Montepulciano, ha intanto informato che ci sono stati già alcuni confronti, anche con il Ministero dei Beni Artistici Culturali e Turistici, dai quali è emerso il profilo che verrà proposto all’attenzione dell’organizzazione delle Nazioni Unite per la cultura per la candidatura all’indicativo dell’Unesco.

“Il percorso dimostrerà quanta influenza, dagli Etruschi ad oggi, avranno esercitato sulla civiltà locale”, ha spiegato Andrea Rossi, “la vite, l’olivo e l’acqua al punto da diventare elementi distintivi di un territorio unico al mondo e capaci di produrre benessere per la popolazione, coesione sociale, qualità della vita. La candidatura a Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco”, ha precisato, “sta nell’ambito di un progetto complessivo di promozione e sviluppo turistico della Val di chiana. Dopo la chiusura delle Apt e l’accentramento a livello regionale delle attività di valorizzazione dei territori, i singoli brand possono e devono organizzarsi attraverso gli strumenti che la legge mette loro a disposizione. Basta riflettere sulle caratteristiche dei nove Comuni dell’area per rendersi conto che con i tre prodotti del lavoro umano, ossia vino, olio, utilizzo delle acque termali) abbracciamo l’ intera nostra realtà”.

14 ottobre 2014

di Alberto Ercoli