Musica: al Festival di Portogruaro linguaggi ‘900 musicale

kino-quartet-06Al suo via la 33.a edizione del Festival Musicale di Portogruaro si preannuncia succosa ed affascinante. “Non posso dire se sia il più bello, ma certamente questo è di gran lunga il mio Festival più eccitante e curioso, per la varietà dei suoi contenuti e per la materia incandescente che lo compone”, ha detto Enrico Bronzi, direttore artistico della manifestazione veneziana intitolata “Babele – esotismi, influenze, arcaismi e l’avventura del suono del ‘900“, in programma dal 23 agosto al 14 settembre nella suggestiva città veneta.

“Il Festival racconta come la musica sia per sua natura permeabile agli impulsi esterni, come i linguaggi musicali si formino e si influenzino attraverso la sedimentazione del tempo, l’influenza delle mode o dell’esotico, inteso qui nel suo senso etimologico di ‘ciò che viene da fuori’. Il cartellone comprende le turqueries settecentesche, gli orientalismi, il jazz, Broadway, la fascinazione per l’arcaico. E poi c’è il racconto del ‘Big Bang’ dei linguaggi musicali del Novecento. Insomma un Festival ‘babelico‘, un autentico bazar dei suoni, in cui la musica nera, il charleston, la musica d’oriente e gli infiniti linguaggi del Novecento vengono osservati attraverso la lente della grande tradizione europea. Tutto ciò in barba a chi oggi pretende di mettere in pratica operazioni di ‘contaminazione’, attività tutt’altro che attuale, perché la musica ha viaggiato con gli uomini da sempre”, ha spiegato Bronzi.

Tra gli ospiti del Festival il clarinettista Alessandro Carbonare e l’Italian Saxophone Quartet (23 agosto), il pianista Maurizio Baglini (14 settembre), i recital pianistici di Alessandro Taverna (30 agosto), uno dei maggiori giovani esecutori italiani, e Roberto Plano (11 settembre), il Trio di Parma (2 settembre), il violoncellista Giovanni Gnocchi  (31 agosto). E ancora due progetti straordinari in residenza, con la Filarmonica della Fenice – i cui solisti sono impegnati il 23, 28 e 31 agosto, mentre l’orchestra completa suonerà il 14 settembre – e l’Universitat Mozarteum di Salisburgo, presente con il New Art and Music Ensemble Salzburg  (25, 26 agosto, 1 e 3 settembre).

festival-FMSC_babele-1170x466Il programma del Festival comprende anche una serie di quattro incontri multimediali, raggruppati sotto il titolo “Dizionari di Babele, fatti di immagini, suoni registrati e dal vivo e presentazioni storiche”. Una vera e propria guida per il pubblico nell’eccitante labirinto della modernità.

Nella Sala Consiliare del Municipio di Portogruaro, alle ore18, quattro relatori di prestigio – Guido Barbieri (25 agosto), Sergio Cimarosti (29 agosto), Simone Fontanelli (1° settembre) e Michele dall’Ongaro (3 settembre) – esporranno la loro visione su autori e musiche programmate, spiegando la storia attraverso la musica e viceversa. L’intento è quello di creare momenti di confronto che permettano un vero e proprio dialogo sulla musica, facilitandone la fruizione e avvicinando gli esecutori e il pubblico

La relazione tra musica e arti visive torna a confrontarsi anche quest’anno con il pubblico del Festival grazie al gruppo di videomakers Karmachina, con la musica dal vivo del New Art and Music Ensemble Salzburg, in occasione di una serata tutta dedicata agli autori “spettralisti”. Quello che Karmachina proporrà mercoledì 26 agosto alle ore 21.30, sulla facciata interna del chiostro del Collegio Marconi di Portogruaro, sarà la traduzione in immagini delle suggestioni visive di Talea, brano composto da Gèrard Grisey nel 1986.

“Abbiamo immaginato di rintracciare nelle opere di alcuni artisti che hanno inaugurato una nuova stagione delle arti visive, quegli elementi in grado di rappresentare il pensiero dell’autore di Talea”, dicono gli artisti di Karmachina spiegando che, “indagando le tecniche pittoriche dei puntinisti e degli astrattisti degli inizi del Novecento, siamo andati alla ricerca di quei canoni di scomposizione della figura nei suoi elementi costitutivi che hanno caratterizzato gran parte della pittura del secolo scorso. Le opere di Signac, Kandinsky e Malevic ci hanno fornito in tal modo una sorta di alfabeto dell’immaginario visuale contemporaneo. Una sorta di codice genetico del suono-immagine”.

 

di Dario de Marchi

22 Agosto 2015