Scultore italiano Dormino premiato a Parigi con Prix Ethique

W1454342341K165901C’è un po’ dell’arte italiana in un prestigioso premi conferito annualmente a Parigi. Ogni anno, l’ambiziosa associazione francese Anticor, fondata nel 2002 per combattere la corruzione e ristabilire un fondamento etico in politica, infatti assegna premi e riconoscimenti a personaggi o progetti che si siano distinti nel corso dell’anno per la loro sensibilità politica e per la loro ricerca giornalistica in termini di giustizia e difesa della libertà di opinione. Tra i premiati di questa edizione, svoltasi a Parigi nella Maison des Mines, c’è anche lo scultore italiano Davide Dormino. A consegnargli il cosiddetto “Prix Ethique 2015”, è stata Stéphanie Gibaud, per il progetto di arte pubblica “Anything to say?”.

Ci sono artisti che interpretano il mondo attraverso il proprio intimo percorso, mettendo in gioco il loro diretto coinvolgimento. Altri, invece, che affidano il loro dire alla monumentalità del processo esecutivo. Davide Orlandi Dormino è un artista che appartiene a questa seconda categoria. In ogni suo lavoro, infatti, c’è un’attinenza alla monumentalità, alla ricerca di senso attraverso il riferimento a tematiche imprescindibili per l’Uomo. La Storia e la Memoria sono da tempo oggetto consueto della sua ricerca, impregnata di una fisicità esecutiva che la caratterizza immediatamente. Per queste ragioni la sua è una scultura che potrebbe definirsi antica, ottocentesca: anche nelle opere più piccole si avverte l’esigenza di occupare lo spazio in modo totale, relazionandosi con l’ambiente in modo esclusivo e incisivo così come, nei lavori più concettuali – dove prevale il pensiero sull’azione – non viene mai meno una passione di Orlandi Dormino verso la rappresentazione fisica e verso la manomissione della materia, qualunque essa sia: marmo, ferro, gesso. Quando si guardano le sue opere finite inevitabilmente ci si sorprende a cercare i segni della lavorazione, le tracce della mano dell’artista. Quelle tracce sono parte integrante del lavoro e decisive nella comprensione della sua poetica.

P1010458_Paris_V_Rue_Saint-Jacques_n.270_Maison_des_Mines_et_des_Ponts_reductwkDa qualche anno il rapporto di Orlandi Dormino con la Memoria è veicolato nella rappresentazione della Pagina, piccola o grande. L’opera procede verso una continua produzione di fogli, realizzati in materiali ogni volta diversi. Dai più preziosi come il marmo fino alla resina e al cemento. Sono sempre pagine monumentali, percepite come luoghi attraverso i quali si può avanzare. Come nell’enorme installazione realizzata per il CIAC (Senza titolo 2008), dove i fogli bianchi della Storia hanno in qualche modo compiuto il loro percorso. La forza di questa imponente installazione sta nel silente messaggio delle grandi pagine disposte a terra in modo apparentemente casuale in attesa di essere recuperate per assolvere alla loro primaria funzione di essere scritte e lette.

Altro esempio di questa ricerca è la grandissima pagina in cemento bianco che l’artista ha posto sul limitare di una collina allo Scompiglio (Grande foglio, 2010). Un’enorme pedana sulla quale camminare, sedersi, riflettere. Un’opera che sembra invitarci ad entrare fisicamente nella Storia. Per contribuire a scriverla.

Anche quando le pagine volano alte per la città di Viterbo (Scripta volant # 2, 2010) il messaggio non cambia, è un filo rosso che guida chi lo segue. Nelle pagine sospese in alto la città restituisce Storia e Saperi e il visitatore si riappropria così di una memoria che non conosceva, di una cultura antica.

Tutta la produzione artistica dell’artista ci suggerisce che senza cultura non siamo niente, che la cultura è fatta anche di memoria consapevole. Perché chi ha memoria sa scrivere, sa leggere. Insegna e impara. Chi ha Memoria ha tutto.

Si tratta di un gruppo scultoreo, esposto in diverse piazze europee, in cui sono raffigurati in piedi su tre sedie Julian Assange, Edward Snowden e Bradley Chelsea Manning, personaggi che simbolicamente incarnano la libertà di espressione. Scolpita accanto a loro, una quarta sedia, su cui i passanti possono mettersi in piedi per esprimere il loro consenso o semplicemente prendere pubblicamente la parola ed esprimere il proprio punto di vista.

Per i contenuti di questa iniziativa, si è deciso di consegnare il premio a Dormino: “Anything to say? è stato fatto per ricordare a tutti che bisogna avere coraggio perché la verità è il primo passo verso la libertà”, come ha spiegato l’artista durante la premiazione.

 

di Patrizia Tonin

3 Febbraio 2016