I mercoledì del cinema italiano all’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado

istituto-belgrado-marcopolonewsL’ Istituto Italiano di Cultura in Belgrado e il Centro Culturale di Kikinda organizzano una rassegna della più recente produzione cinematografica italiana, che si articolerà ogni mercoledì in una serie di dieci incontri, a cadenza settimanale, fino al 19 novembre.

Verranno presentati dieci film che hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti in vari festival internazionali: da “Sacro GRA” diGianfranco Rosi, Leone d’Oro alla 70a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, a “Via Castellana Bandiera” di Emma Dante, Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Elena Cotta e Menzione Speciale al 19° Festival del Cinema d’Autore di Belgrado; da “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino, Premio Oscar 2014 per il miglior film straniero, ai film vincitori delle recenti edizioni del Premio David di Donatello (considerato l’Oscar italiano) e del Nastro d’Argento, come “La solitudine dei numeri primi” di Saverio Costanzo, “Pranzo di Ferragosto” di Gianni Di Gregorio, e “Io e te” di Bernardo Bertolucci.

Le opere in programma offrono un panorama della migliore cinematografia italiana contemporanea. Confermano la costante vitalità di grandi Maestri come Bernardo Bertolucci e la presenza di registi più giovani, ma già affermati a livello internazionale, come Paolo Sorrentino e Giuseppe Tornatore. Sono pure presenti alcuni film realizzati dai più promettenti registi delle ultime generazioni: da Saverio Costanzo a Silvio Soldini a Gianni Di Gregorio; da Matteo Garrone, a Matteo Oleotto, a Emma Dante.

La rassegna si apre con “Io e te” di Bernardo Bertolucci: un omaggio al grande maestro del cinema italiano, che rivolge il suo sguardo partecipe agli adolescenti di oggi, circondati da adulti che non hanno tempo per ascoltarli e che, a loro volta, sembrano privi dell’energia necessaria per affrontare l’esistenza quotidiana.

Il difficile rapporto dell’uomo contemporaneo con la realtà e la fuga in un più rassicurante isolamento sono i temi principali anche dei due film successivi, “La migliore offerta” di Giuseppe Tornatore e “La solitudine dei numeri primi” di Saverio Costanzo.

Con toni in apparenza più leggeri, tre commedie che hanno ottenuto un grande successo di critica e di pubblico, propongono una seria riflessione sulla società italiana dell’ultimo decennio: Gianni Di Gregorio, in “Pranzo di Ferragosto” affronta il problema dello spazio riservato agli anziani nelle famiglie d’oggi, mentre Matteo Garrone, dopo il fortunato esordio con “Gomorra”, racconta una vicenda del progressivo declino morale e intellettuale della società italiana nella tragicommedia “Reality”. Anche il protagonista di “Zoran, il mio nipote scemo”, opera prima di Matteo Oleotto, attraverso il rapporto spesso conflittuale con un giovane nipote, prenderà coscienza della propria meschinità e troverà la forza di cambiare la propria esistenza.

Con ”Sacro GRA”, vincitore del Leone d’Oro alla 70a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia,Gianfranco Rosi esplora il microcosmo sociale che ruota intorno al Grande Raccordo Anulare romano, con i suoi personaggi fuori dal comune. Ciascuno di loro ha una storia diversa, mai banale, che, però, non si collega mai alle vicende degli altri abitanti di questa parte poco conosciuta della Capitale italiana.

L’altra pellicola premiata nella stessa edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica veneziana  inserita in questa rassegna è “Via Castellana Bandiera”, in cui la regista Emma Dante esplora le cause, spesso futili e banali, dei conflitti e delle tensioni che si creano fra le persone quando rifiutano di comprendere e di dialogare con gli altri, visti solo come scomodi antagonisti.

In una società in piena crisi di valori si muovono i protagonisti di “Cosa voglio di più” di Silvio Soldini, commedia agrodolce di tradimenti e di illusorie felicità, e del film premio Oscar 2014 per la miglior pellicola straniera, “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino, dichiarato omaggio a “La Dolce Vita” di Federico Fellini e impietoso ritratto della Roma mondana di oggi e dei suoi frequentatori. Ma per il disincantato protagonista, un giornalista e scrittore dalla vena inaridita, la speranza di un cambiamento arriva inattesa proprio nel momento più difficile della sua vita. Questa speranza compare anche in tutti gli altri film della rassegna, nei quali è sempre presente la fiducia in un possibile riscatto civile e culturale.

Tutti i film presentati sono in lingua originale italiana, con la traduzione e i sottotitoli in lingua serba.

22 settembre 2014

da Comunicato stampa