Italia comincerà dall’Iraq a ricostruire i monumenti distrutti dall’Isis

Italia collabora in modo concreto alla ricostruzione dei monumenti distrutti dall´Isis. Dopo tre anni di iniziative in Italia e in Europa, la “Campagna per salvare il Patrimonio culturale ferito”, lanciata da Francesco Rutelli, nella sua veste di presidente dell´Associazione Incontro di Civiltà, e sposata immediatamente dal prof. Emmanuele F. M. Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro-Italia e Mediterraneo, punta ora ai restauri e alle ricostruzioni laddove la guerra e le devastazioni dell´ISIS-Daesh hanno lasciato le loro tragiche conseguenze: si inizierà dall´Iraq. È quanto emerso nel corso della conferenza, a Palazzo Sciarra, dove c´è stato un video-messaggio del Ministro della Cultura Iracheno, Fryad Rwandzi (presente l´ambasciatore d´Italia a Baghdad, Bruno Pasquino), il quale ha annunciato che il suo Governo è pronto a sottoscrivere l´intesa di cooperazione con l´Associazione Incontro di Civiltà.

Nella conferenza sono state riassunte le iniziative di questi anni: dalla Mostra a Palazzo Venezia sulle distruzioni in Siria, alla conferenza “Documenting our Heritage at risk”; dalla grande mostra al Colosseo (con oltre 300.000 visitatori), alla presentazione delle tre grandi ricostruzioni realizzate da imprese italiane sotto la sorveglianza di studiosi e archeologi guidati da Paolo Matthiae (il Toro di Nimrud, gli Archivi Reali di Ebla, il soffitto del Tempio di Bel a Palmira) al Consiglio Europeo a Bruxelles; nella sede FAO in occasione dell´Assemblea Generale ICCROM; davanti al Quartier generale UNESCO di Parigi; il restauro di due sculture di Palmira, colpite dall´ISIS e riportate a casa.

Da parte sua Francesco Rutelli ha annunciato i tre obiettivi dell´intesa: «donare al Governo Iracheno la perfetta riproduzione in scala 1:1 del Toro androcefalo che proteggeva la capitale assira Nimrud, fatto saltare in aria dai terroristi; riabilitare il parco archeologico di Dur Kurigalzu (la cui ziggurat è stata per secoli ritenuta la Torre di Babele); mettere in sicurezza e ricostruire una parte del Palazzo Imperiale di Nimrud».

«Distruggere e saccheggiare il patrimonio costituisce un crimine contro l´umanità», ha detto Rutelli ricordando poi che «l´Italia ha svolto un ruolo unico di ´diplomazia culturale´, sino alla decisione UNESCO di creare i Caschi Blu per la Cultura. Oggi quest´azione è più importante che mai: vogliamo essere tra i primi che, anziché subire la volontà distruttrice dei fondamentalisti, realizzeranno ricostruzioni e restauri su base scientifica, prova della volontà di incontro tra popoli e civiltà millenarie. Non accettiamo che la Storia sia piegata ad interessi politici strumentali e che la violenza abbia la parola finale cancellando beni che appartengono all´intera umanità».

Nel corso dell´incontro di Palazzo Sciarra sono stati inoltre illustrati i casi di successo nelle ricostruzioni (tra cui Varsavia, il cui centro è stato quasi cancellato dopo la ribellione del Ghetto ebraico  nel corso della II Guerra Mondiale e ricostruito nel dopoguerra); illustrate le sfide più complesse, a partire da Aleppo e Mosul.

Il prof. Paolo Matthiae ha indicato i criteri tecnico-scientifici e politici per le ricostruzioni, mentre il prof. Emmanuele Emanuele ha confermato con determinazione il supporto a questa nuova fase della campagna, coerente con gli scopi della Fondazione Terzo Pilastro. Rutelli ha ricordato che queste azioni sono state svolte su basi di volontariato, e ne ha ringraziato i protagonisti.

Emanuele ha tra l´altro detto che «dopo la grande mostra al Colosseo, intitolata ´Rinascere dalle Distruzioni – Ebla, Nimrud, Palmira´ (che tra ottobre e dicembre 2016 ha totalizzato oltre 300.000 visitatori) e la conferenza internazionale ´Documenting our Heritage at Risk´ a Palazzo Poli del maggio scorso, siamo pronti finalmente a varare la seconda parte del grande progetto condiviso con l´Associazione Incontro di Civiltà, quello che più mi sta a cuore, ovvero la campagna di restauri e ricostruzioni in loco, nei territori martoriati dai conflitti e dalla furia iconoclasta. Nelle passate stagioni abbiamo lavorato assieme in maniera capillare per sensibilizzare la comunità internazionale circa il problema della salvaguardia del patrimonio culturale mondiale a rischio. Ora ci accingiamo, con la più ampia condivisione da parte delle autorità locali e con un programma di intervento impostato su solide basi scientifiche, a sbarcare direttamente in Iraq, con l´intento di restaurare un settore della città antica di Nimrud e, in prospettiva, di valorizzare il sito di Aqar Quf (la storica capitale cassita) per la creazione di un parco archeologico. Una Fondazione come la nostra, che da sempre mira a superare le lacerazioni e a promuovere il dialogo fra le civiltà che si affacciano sul Mediterraneo attraverso il linguaggio universale della cultura, non poteva non raccogliere e fare propria questa importante e meravigliosa sfida».

Infine, il prof. Emanuele ha annunciato «un prossimo significativo intervento della Fondazione Terzo Pilastro in Iran a favore del restauro del sito archeologico di Persepoli da parte di professionisti locali, nella cornice di un progetto internazionale, condiviso tra vari Paesi con capofila la Svizzera, sotto la supervisione scientifica dell´Università di Shiraz».

Redazione

7 Febbraio 2018