Kamakura, il Grande Buddha e Tempio di Hasedera

 

Oggi è una giornata tranquilla, finalmente è uscito il sole, ieri sera abbiamo deciso di lasciare per una giornata la frenesia della città di Tokyo e fare una gita a Kamakura.

Kamakura è una piccola città della prefettura di Kanagawa, a circa 50 km a Sud-Sud-Ovest di Tokyo, ben collegata alla capitale tramite varie linee di treni.

È circondata da montagne su tre lati, mentre il quarto si apre sulla baia di Sagami, un luogo protetto che durante il periodo Heian fu il capoluogo della regione deltreno-enodeno Kantō, e successivamente gli shōgun del clan Minamoto vi posero la propria capitale durante l’epoca che prese appunto il nome di periodo Kamakura.

Tramite internet e con le preziose indicazioni del personale del nostro albergo abbiamo programmato la nostra gita: passeggiata di 10 minuti sino alla stazione di Shinjuku, a da qui con il treno della compagnia privata Odakyu sino a Fujisawa in circa un’ora, per poi cambiare ancora e prendere il piccolo delizioso trenino della Enoshima Electric Railway (Enoden). Contro ogni luogo comune, si dice che il Giappone sia molto caro, sopratutto per quanto riguarda i mezzi pubblici, devo dire che abbiamo acquistato un biglietto giornaliero, Odakyu Free Pass, andata e ritorno da Tokyo, con anche la possibilità di scendere e risalire alle varie fermate della linea Enodeno, al costo di circa 1500 yen a testa, al cambio attuale poco più di 10 Euro.

Lungo la tratta della Enodeno, alla fermata di Enoshima Station una zona molto carina, in riva al mare, Oceano Pacifico…, una zona di ristorantini, negozi e piccoli caffè con deliziosi nomi come Amalfi Caffè, in Giappone l’Italia piace molto. Più di una volta è capitato che intraprendenti signori o signore, sentendoci parlare in italiano, ci fermassero per chiedere la nostra nazionalità, e sorridendo sono arrivati persino a stringerci la mano dopo aver sentito la nostra risposta “We came from Italia, Roma”.

grande-buddhaDopo una breve sosta ad Enoshima di nuovo sul trenino locale per raggiungere la vicinissima Hase station. Uscendo dalla stazione si gira a destra e si va subito a visitare un’altro di quei luoghi che tutte le guide turistiche segnalano come “da non perdere”, il Daibutsu, ovvero il Grande Buddha. Si tratta di una statua gigante, di 11,4 metri di altezza e 122 tonnellate di peso, che raffigura il Buddha Amida nella posizione del loto sotto la volta celeste.

La statua è composta di placche di bronzo montate su una struttura cava, la quale permette di entrare dentro il monumento, l’ingrsso all’interno della statua è possibile dietro la piccola offerta di 20 yen, non compresa nel prezzo di 200 yen pagato per l’ingresso al tempio. La statua venne completata nel 1252 da Minamoto Yoritomo perché rivaleggiasse con il Buddha di Nara, la statua più imponente di quei tempi. La statua originale si trovava all’interno di una costruzione che nel corso dei secoli ha subito varie distruzioni e ricostruzioni, ultima quella dopo il grande tifone del 1498, da allora la statua si trova all’esterno, così come la possiamo ammirare attualmente.

Sulla destra della statua, spettacolari due enormi ciabatte infradito in corda, ve ne erano un paio anche all’interno del cancello del Tono all’ingresso del tempio Sensoji a Tokyo. La simbologia Buddista dice che le orme del Buddha simboleggiano la presenza fisica dell’Illuminato, in giro nei vari templi che ho visitato erano presenti infatti delle incisioni in pietra dei piedi del Buddha.ciabatte-buddha

Dopo una sosta per il pranzo ci dirigiamo verso il Tempio di Hasedera, una zona su due livelli su una piccola collina, immerso in un giardino fantastico. All’ingresso uno splendido laghetto brulicante di vita: tartarughe, pesci multicolori e bellissimi fiori di loto.

Alla sua destra seguiamo un percorso che ci permette di visitare il piccolo tempio dedicato a Benzaiten, la dea del mare, e l’ingresso alla grotta di Benten-kutsu, che ospita un lungo tunnel con un soffitto basso, bisogna camminare piegati, scarsamente illuminato da un paio di lanterne e qualche candela votiva accesa di fronte alle varie statue di Benzaiten, dea del mare e unica femmina tra le sette divinità della fortuna nella mitologia fiore-lotogiapponese.

Saliamo quindi la gradinata che ci porta al livello superiore e qui ci troviamo al Tempio principale dove è lo Juichimen Kannon, una statua di legno del bodisatthva Kannon a 11 facce. Alta 9,18 metri, è la più grande statua di legno del Giappone.

Qui tutto è grandissimo e l’atmosfera che si respira, nonostante la presenza di moltissime persone, devoti e turisti curiosi, è serena e rilassante, Alle spalle del Tempio principale una serie di gradini ricavati nella collina ci porta al punto panoramico da cui è possiamo ammirare tutta Kamakura e la baia di Sagami.

Infine ultima tappa il centro di Kamakura, raggiungibile a piedi in circa 20 minuti, ma la strada è in salita, ed avendo il biglietto prendiamo il trenino. Doverosa è la passeggiata lungo la strada più famosa di Kamakura, Komachi dori, appena fuori l’uscita est di Kamakura station, al suo ingresso un grande torii rosso, una sorta di “arco squadrato”, tipico qui in Giappone, è presente anche all’ingresso di ogni tempio.

E’ una stradina stretta e molto affollata dove si possono trovare i più svariati negozi e ristoranti, perfetta per mangiare e comprare souvenir. La passeggiata è lenta, sono le 18 e si avvicina l’ora del tramonto, la luce si abbassa e tutto si colora di sfumature dal tenue arancio ed il rosa, piccole case fra gli alberi dove gli abitanti del paese sono impegnati nelle loro attività casalinghe, le botteghe chiudono, la giornata si conclude in maniera splendida.

Rientriamo con il treno verso Tokio, ammiriamo la Baia di Sagami anch’essa illuminata dalla luce del crepuscolo, ma questo è il paese del “Sol Levante” e il sole qui non tramonta nel mare come sono abituata a vederlo sulle rive del nostro Mar Tirreno, ed all’improvviso si fa buio.

In poco più di un’ora siamo in albergo, domani sarà una giornata semplice, non abbiamo impegni, ci prepareremo al nostro rientro in Italia.

Tokyo, 7 settembre 2014

di Eleonora Albertoni