Scrittrice bengalese Lahiri fa dell’italiano lingua elettiva

book_marcopolonews copiaÈ sicuramente un caso letterario che è sfuggito ai più in Italia, ma che aiuta a capire il fascino che può avere la lingua italiana per gli autori stranieri. La bengalese Jhumpa Lahiri, vincitrice del prestigioso “Premio Pulitzer” nel 2000 e definita recentemente dall’autorevole quotidiano ‘The Washington Post’ come “una delle scrittrici più intellettualmente eleganti al mondo”, è stata ospite dell’Ambasciata d’Italia e dell’Istituto Italiano di Cultura a Washington DC, per una serata dedicata al suo ultimo libro, intitolato “In Altre Parole”. Una cerimonia che è stata dedicata allo scrittore e semiologo Umberto Eco, scomparso venerdì.

Il libro è un diario della scelta originale e radicale compiuta dalla scrittrice: fare dell’italiano la propria lingua elettiva di scrittura. “In Altre Parole”, già disponibile in Italia, è da poco distribuito anche negli Stati Uniti in italiano con la traduzione a fronte di Ann Goldstein.

Attraverso un’intervista condotta dalla scrittrice italiana Lorenza Pieri, il pubblico di Washington ha potuto scoprire il percorso intimo e intellettuale che ha portato la Lahiri, nata in Inghilterra da una famiglia di origini bengalesi, a compiere questa scelta.

Una scelta dell’uso dell’italiano dettata da una passione che si è trasformata in amore. La ricerca su cosa significhi esprimersi a un livello letterario in una lingua che non è la propria lingua madre, esplorando i propri limiti ma anche nuovi orizzonti culturali. E arrivando all’interrogativo fondamentale: “perché scrivo?” si è domandada in ultima analisi la Lahiri.

Jhumpa Lahiri ci rende orgogliosi come Italiani e al tempo stesso ci meraviglia”, ha commentato Claudio Bisogniero, ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti. “Scegliere la strada più difficile, come ha fatto lei, è già di per sé encomiabile, segno di uno spirito avventuroso, genuinamente creativo e di una grande spinta all’approfondimento. Il risultato lo è ancora di più, visto che Jhumpa Lahiri si esprime in un italiano elegantissimo. Il fatto che una scrittrice del suo calibro abbia scelto proprio la nostra lingua e la sua tradizione letteraria come percorso verso la scoperta di sé fa davvero onore alla nostra arte e alla nostra cultura. E questo assume un significato ancora più profondo nel giorno in cui rendiamo omaggio a Umberto Eco, uno degli intellettuali italiani più famosi ed apprezzati dei nostri tempi”, ha concluso il nostro diplomatico.librreria_marcopolonews copia

A proposito di italiano all’estero, il Ministero degli Affari Esteri ha reso noto che c’è tempo fino al 7 marzo per i laureati magistrali che si vogliono candidare per andare a insegnare la nostra lingua nelle università all’estero. Il bando, volto alla creazione di graduatorie per aree geografiche, è visibile e scaricabile dal sito dell’Università per Stranieri di Siena, insieme ai moduli per la candidatura.

Il progetto è curato dalle tre università dell’associazione CLIQ (Università per Stranieri di Perugia, Università per Stranieri di Siena e Università Roma Tre) in collaborazione con il Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Si tratta di un progetto nuovo finalizzato all’incremento della qualità dell’insegnamento dell’italiano all’estero e al contempo a offrire una possibilità di impiego sul campo ai laureati negli atenei italiani con le specializzazioni richieste.

 

di Leonzio Nocente

26 Febbraio 2016