Il desing Italiano di Vico Magistretti in mostra a Los Angeles

magistretti-design-italiano-marcopolonews4 agosto 2014

Sarà in esposizione fino al 31 luglio, all’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles, la mostra “Vico Magistretti. Archivio in viaggio”, che esplora l’opera del grande architetto e designer milanese, vincitore di alcuni tra i più prestigiosi riconoscimenti nel campo del design, tra cui il Compasso d’Oro e la Medaglia d’Oro alla Triennale di Milano.

La mostra mette in evidenza il percorso creativo di Magistretti e il suo rapporto professionale e personale con le più prestigiose aziende del design italiano. In esposizione una raccolta di schizzi, fotografie, appunti, lettere e fax, insieme ad una selezione delle sue più importanti creazioni, tra cui: i prototipi delle sedie Selene e Gaudi; i tavoli Vidun e Caori; i divani Maralunga, Veranda e Pillow; le sedie Pollack, Selene, Maui, Silver, Gaudi; le lampade Eclisse, Chimera, Dalu, Atollo; la libreria Nuvola Rossa e i modellini dei letti India ed Andrew.

Inoltre, l’installazione all’IIC “ricrea” lo studio di Magistretti a Milano, luogo in cui l’architetto lavorò per l’intera durata della sua carriera, le cui pareti erano coperte con pannelli di legno su cui Vico appuntava con puntine da disegno telegrammi, biglietti di amici, foto di case progettate e a volte abitate e schizzi buttati giù su qualunque supporto, anche un giornale. La mostra è accompagnata da un’intervista di 40 minuti, in italiano con sottotitoli in inglese, in cui Vico Magistretti discute le sue teorie sul design.

Mostra organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles e dalla Fondazione studio museo Vico Magistretti, in collaborazione con Artemide, De Padova, Flou, Oluce, Schiffini e con la partecipazione degli showroom californiani Artecnica, Diva Furniture, Functions, Galerie Sommerlath, Graye, Thema LLC. A cura di Rosanna Pavoni (director of the Vico Magistretti Foundation), e di Ilaria Mazzoleni (architetto, IM Studio MI/LA e SCI-Arc). Design di IM Studio MI/LA, Ilaria Mazzoleni, Elliott T. Freeman e Andrea Speroni.

Fonte: Istituto Italiano di Cultura

(di Patrizia Tonin)