Torna il mitico Settebello, sarà un treno turistico di lusso

Settebello1-FS-marcopolonewsIl “Settebello”, il mitico treno rapido delle Ferrovie dello Stato, allora l’ente si chiamava così, e invidiato simbolo del design Made in Italy nel mondo, tornerà per diventare un mezzo ferroviario turistico di lusso. L’ultimo esemplare esistente di ETR300, l’elettrotreno rapido di lusso rimasto in servizio dagli anni ’50 sino agli anni ’90, è infatti arrivato da Falconara Marittima a Voghera, nell’officina manutenzione di Trenitalia. Sotto la supervisione di Fondazione Fs verranno eseguite prima la bonifica e pulizia del convoglio e, poi, la completa ristrutturazione poiché i suoi pregiati interni originali sono stati snaturati da un restyling risalente agli anni ’80. Il costo del restauro, che sarà realizzato con fondi che verranno reperiti tramite bandi di finanziamento europei, è stimato in circa 8 milioni di euro. L’obiettivo è quello di riportare il “Settebello” all’antico splendore, per utilizzarlo come treno turistico d’alto livello.

Costruito dalla Breda di Sesto San Giovanni e consegnato alle FS nel 1952, il treno era assolutamente innovativo per l’epoca e poteva raggiungere agevolmente i 180 km all’ora, una velocità molto elevata per quell’epoca. Oltre all’estetica e al design avveniristici e ai contenuti tecnologici, era un vero trionfo del design Made in Italy. Sotto la guida dei celebri architetti Gio’ Ponti e Giulio Minoletti, i migliori professionisti del tempo contribuirono a realizzare gli arredi, gli abbellimenti e le decorazioni degli interni. Rivoluzionari anche i salottini belvedere che consentivano ai passeggeri la visione panoramica frontale del viaggio.

Durante la costruzione furono gli operai della Breda a soprannominarlo “Settebello“, dal nome del sette di denari nel gioco della scopa, in segno di ammirazione, ma anche perché era composto da sette carrozze. Per cui il “Settebello” venne dipinto con il simbolo delle carte da gioco.

Il primo esemplare, classificato ETR 301, fu consegnato nel 1952 per i test e la messa in linea; nel marzo 1953 fu il turno del secondo esemplare, mentre per il terzo fu necessario aspettare il 14 febbraio 1959, in tempo per l’Expo “Italia 61” di Torino, dove venne ammirato per le sue forme eleganti e allora innovative a dieci anni dalla sua nascita. Questo terzo esemplare inoltre ebbe novità che vennero estese subito anche agli altri esemplari: vennero ricavati 3 ulteriori scompartimenti, portando al capacità a 190 passeggeri (dai 160 originari), trasformando la vettura bagaglio e aumentando i posti del ristorante di lusso da 48 a 56 posti, a scapito del bar, e venne eliminato il terzo pantografo.

Il “Settebello” era un treno unico al mondo per via di una serie di soluzioni tecniche e stilistiche innovative, figlie del design italiano, e negli anni cinquanta era al centro dell’attenzione mondiale.

Il frontale era bombato, ispirato a quello dei primi aerei jet di linea. Su tutta la parte anteriore si sviluppava un vetro panoramico che dava su un salottino di prima classe dotato di 11 posti. La cabina di guida era posta al di sopra dello spazio passeggeri, leggermente arretrata, e nonostante i finestrini più piccoli del normale offriva un’ottima visuale ai macchinisti.

Tutte le carrozze erano suddivise in scomparti a salone di modulo doppio rispetto a quelli convenzionali, da 10 posti ognuno, con divanetti e poltrone orientabili. Era stato pensato per alloggiare addirittura telefoni pubblici a bordo, per la prima volta su un treno. L’ETR.300 aveva un profilo aerodinamico filante e poteva raggiungere agevolmente la velocità massima di 200 km/h, percorrendo l’intera tratta Milano-Roma in 5 ore e 45 minuti, ad una media di oltre 110 km/h quando ancora la direttissima Roma-Firenze non esisteva.

Fino agli anni settanta il “Settebello” era l’ammiraglia dei treni italiani e, a partire dal servizio estate del 26 maggio 1974, il servizio svolto venne classificato TEE (tran Europe Express).

Gli ETR.300 vennero mantenuti in servizio fino al 1992 e poi accantonati.

In occasione della mostra “Annicinquanta”, a Milano nel 2005, la motrice “A” dell’ETR 252 è stata restaurata ed esposta con il numero 301 e il logo del “Settebello” in sostituzione del rotabile originale.

di Valentino Vilone

21 Agosto 2016