Godega Sant’Urbano Città del Vino

bottega mpnGodega Sant’Urbano, ridente cittadina del trevigiano conosciuta per la tradizionale festa della vendemmia, è ufficialmente entrata a far parte dell’Associazione Nazionale Città del Vino. Quale migliore occasione per festeggiare la notizia della tradizionale festa della vendemmia, ospitata negli spazi dell’azienda Bottega, con una lezione concerto di musica lirica tenuta da Chiara Isotton, giovane ed emergente soprano già apprezzata alla Scala di Milano come in Asia. Venerdì 11 Settembre l’artista accompagnata al pianoforte dal Maestro Federico Brunello, ha alternato un repertorio classico, tratto da Verdi, Bellini e Puccini, a una ristretta selezione di pezzi di musica da camera.
Sullo stesso palco il sindaco di Godega Sant’Urbano, Alessandro Bonet ha comunicato la felice notizia, illustrando le opportunità turistiche, commerciali e di immagine per l’intero comune. L’ingresso nel circuito Città del Vino è infatti di assoluto interesse non solo per le aziende vitivinicole, ma per l’intero territorio e per le diverse attività presenti ed è un riconoscimento, afferma Bonet, che ben esprime la sensibilità e sostenibilità delle politiche locali, da sempre rispettose del paesaggio e dell’agricoltura.
Sandro Bottega ha fatto un excursus storico sul territorio che ha incluso anche la frazione di Bibano, dove ha sede l’azienda. Benedetto De Pizzol, Coordinatore Regionale delle Città del Vino, ha descritto le finalità dell’associazione.
Nel tardo pomeriggio i figuranti della Compagnia de Calza di Venezia, vestiti con gli storici costumi veneziani del ‘700, hanno raccolto i grappoli d’uva. Questa affascinante e goliardica vendemmia si è conclusa con la pigiatura nei tradizionali tini di legno. bonet mpnIn questo caso le protagoniste sono state alcune ragazze, che hanno pigiato a piedi nudi le uve raccolte. Questa tradizione, particolarmente diffusa nelle campagne venete fino al secondo dopoguerra, si traduceva in una festa contadina nel corso della quale nascevano amicizie, amori, passioni. L’assaggio del primo mosto derivante dalla spremitura era riservato al mezzadro che, nel corso dell’intera annata agricola, si occupava della coltivazione dei campi e gestiva l’andamento della casa colonica.
La serata si è conclusa con una cena all’aperto, nel corso della quale i compari de Calza hanno rievocato le suggestioni della Serenissima Repubblica di Venezia con poesie inneggianti al vino e con citazioni erudite.

di Leonzio Nocente

15 Settembre 2015