L’astronauta Cristoforetti sarà ‘chef’ nella navicella spaziale ISS

Samantha-Cristoforetti-marcopolonewsGastronomia made in Italy sempre più in alto. Sarà infatti tricolore il simbolo della genuina gastronomia dello spazio: funghi porcini, riso, pollo, un minestrone di legumi e marmellate di fichi per la prima colazione. E anche tanto caffè espresso. Tutto rigorosamente italiano. Cambierà così volto il menù degli astronauti che abitano per mesi la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) con l’arrivo, a novembre prossimo, dell’aviatrice e astronauta Samantha Cristoforetti (37 anni), capitano della nostra Aeronautica Militare e prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea, che realizzerà la missione “Futura”, la seconda di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana.

Cristoforetti, flight engineer e membro dell’ equipaggio della spedizione ISS 42/43, a bordo della ISS, infatti, porterà un ambizioso programma per la nutrizione e la salute nello Spazio e sulla Terra, un programma basato anche su alimenti comunque gustosi, firmati dallo chef Stefano Polato. Non solo. Per la prima volta nella storia delle missioni spaziali, l’astronauta italiana sarà lei stessa lo ‘chef’.

«Per la prima volta sulla ISS ci sarà una cambusa e Cristoforetti potrà realizzare il ‘cooking on orbit’, ovvero potrà preparare i suoi menù, combinando i diversi alimenti che abbiamo preparato per la missione Futura dell’ Agenzia Spaziale Italiana», ha anticipato David Avino, amministratore delegato di Argotec, la società torinese specializzata in menù per astronauti che porterà sulla ISS la prima macchina per il caffè spaziale, frutto di ben 3 brevetti di alta ingegneria e tecnologia e di una partnership con la Lavazza che ha realizzato speciali capsule adatte all’ ambiente in microgravità.

In linea con il progetto alimentare che Cristoforetti realizzerà e racconterà sul sito web Avamposto42 nell’ambito della missione Futura, la seconda di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana, «per Samantha abbiamo realizzato alimenti gustosi, ma soprattutto sani e spesso basati sulle regole della nutrigenomica, la scienza che studia l’ interazione fra gli alimenti che assumiamo e i nostri geni», ha spiegato il top manager di Argotec.

Con Luca Parmitano, ha ricordato ancora Avino, «abbiamo portato la cucina Made in Italy, lasagne, caponata, parmigiana di melanzane e tiramisù, e adesso anche la cucina tedesca con la missione attualmente in corso dell’ astronauta dell’Esa Alexander Gerst. Ma con Samantha c’è un cambio di passo: al gusto, infatti, si abbina una speciale attenzione per il suo programma di sana alimentazione, un messaggio che dallo spazio Cristoforetti vuole fare arrivare sulla Terra».

Samantha-Cristoforetti-cibo-spazio-argotec-marcopolonews«Nei nostri alimenti», ha aggiunto Avino, «abbiamo contemplato tutti gli standard della NASA facendo anche un passo oltre: niente sale e succo di mele al posto dello zucchero».

In particolare per realizzare i menù di Samantha, ha precisato il rappresentante di Argotec, «sono stati necessari anche sei mesi di ricerche, sono tutti prodotti termostabilizzati, disidratati e hanno una chef life di 24-36 mesi e non vanno in frigo».

«Sono tecnologie che esporteremo sicuramente sulla Terra, abbiamo appena lavorato con un equipaggio di velisti impegnati in una regata», ha annunciato Avino.

La missione cui Cristoforetti è destinata a prendere parte, della durata di circa 6-7 mesi, è denominata «ISS Expedition 42/43 Futura» e prevede per il 30 novembre 2014 il raggiungimento della Stazione Spaziale Internazionale a bordo di un veicolo Sojuz, lanciato dal cosmodromo russo di Baikonur. Si tratta della prima missione di una donna italiana nello spazio e del settimo astronauta italiano, preceduta sulla ISS da Umberto Guidoni, Paolo Nespoli, Roberto Vittori e Luca Parmitano.

Cristoforetti, milanese di nascita ma originaria del trentino, parla russo, tedesco, inglese e francese. Nel programma della missione vi sono esperimenti sulla fisiologia umana, analisi biologiche e la stampa di oggetti 3D in assenza di peso in modo da sperimentare anche la possibilità di stampare pezzi di ricambio per la stazione stessa senza dover dipendere dagli invii da terra.

Roma, 27 agosto 2014

di Dario de Marchi