UIV: rallentato l’export di vino italiano nel 2014

export-vini-marcopolonewsLa crescita dell’export italiano di vino, sia in volume che in valore, sta rallentando. I dati dei primi otto mesi dei del 2014, infatti, segnalano che l’export di vino e mosti si è attestato a 13,2 milioni di ettolitri, appena l’1% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questo, sebbene la crescita sia molto limitata, conferma comunque un’inversione rispetto al trend negativo che aveva caratterizzato il 2012 ed il 2013. Lo afferma l’Unione Italiana Vini, sulla base dell’indagine Ismea sull’andamento dell’export nel periodo gennaio-agosto 2014.
Anche sul fronte introiti continua ad esserci una progressione, ma con il passare dei mesi l’intensità dell’aumento sembra affievolirsi. Con i dati di agosto si torna a descrivere una situazione a cui il settore ci ha abituato da tempo e cioè il calo delle consegne all’estero di vino sfuso accompagnato da una più che proporzionale flessione degli introiti, dovuta al calo dei prezzi dei vini alla produzione e, quindi, anche all’export.
Del resto questo era piuttosto inevitabile, vista la concorrenza su questa fascia con i prodotti spagnoli che nello stesso periodo hanno perso più del 30%.
In chiave di competitività a livello internazionale sarà interessante analizzare i dati dei mesi a venire visto che, nonostante una produzione in calo sia in Spagna che in Italia, i prezzi alla produzione non sono aumentati come molti si attendevano. Questo forse anche perché c’è ancora un’evidente disponibilità di prodotto in giacenza.
In Spagna, dove secondo dati ancora provvisori, le giacenze al 31 luglio 2014 hanno superato i 33 milioni di ettolitri di vino ai quali vanno aggiunti i 3 di mosti. Tra i Paesi clienti dello sfuso italiano, per la verità, la situazione non è omogenea anche se a determinare il segno dell’intero segmento basterebbe il -3% della Germania. Anche in Ungheria, seconda destinazione in volume per gli sfusi, c’è la variazione negativa. Cresce intanto il mercato dello sfuso italiano nei Paesi scandinavi e nel Nord America, sebbene in quest’ultimo caso i volumi restano molto limitati, per problemi legati alla logistica.

14 dicembre 2014

di Enos Caneva