Cina: apre Camera Commercio Italiana a Chongqing

Cina_marcopolonews copiaNuova finestra mercantile e commerciale italiana in Cina. La Camera di Commercio Italiana in Cina (CCIC) ha infatti aperto una nuova sezione a Chongqing, una delle principali città industriali del Paese e che prossimamente potrà usufruire anche di un collegamento aereo diretto con Roma. CCIC ha sedi a Pechino, Shanghai e Guangzhou.

In occasione dell’inaugurazione l’Ambasciatore d’Italia a Pechino, Alberto Bradanini, ha sottolineato il ruolo che il nuovo ufficio del Sistema Italia può svolgere come punto d’incontro tra imprenditori italiani di Chongqing e il mondo economico e finanziario locale per favorire il commercio bilaterale e gli investimenti, in un’ottica di benefici comuni.

La Cina è per l’Italia un partner commerciale imprescindibile, con un interscambio annuo di circa 33 miliardi di euro. La relativa contrazione (-3% rispetto al 2012) dovuta alle minori importazioni italiane non cambia il dato di fondo, vale a dire che lo squilibrio della bilancia commerciale è cresciuto in termini strutturali negli ultimi 12 anni da 4 a 13 miliardi di euro nel 2013 (era di 20 nel 2010). L’intento dell’Italia non è quello di ridurre le esportazioni cinesi, ma di aumentare le proprie verso la Cina. A tal fine l’interscambio tra i due Paesi dovrebbe crescere riducendo il disavanzo con nostre maggiori esportazioni. Ecco dunque la necessità di rimuovere barriere ed ostacoli di varia natura per un più ampio accesso al mercato cinese dei nostri prodotti.

La Cina conosce da anni una crescita vertiginosa. Nel decennio trascorso dall’ingresso nell’OMC (dicembre 2001) la Cina è balzata dall’ottavo al secondo posto tra le economie del mondo (in termini di potere d’acquisto è già prima), e potrebbe superare gli Stati Uniti entro 15 anni (nello stesso periodo il PIL combinato dei BRIC avrà superato quello dei G7). Tale crescita ha avuto luogo a costo di pesanti riflessi sociali e ambientali.

I governi di Italia e Cina dispongono oggi di un’agenda focalizzata su forti priorità dei due sistemi economici. Le tecnologie verdi, l’agroalimentare, l’urbanizzazione sostenibile, i servizi sanitari e l’aerospaziale sono campi su cui Italia e Cina possono investire con la consapevolezza di una perfetta complementarità tra le capacità tecnologiche e industriali italiane in questi settori e le necessità dello straordinario sviluppo cinese.

Durante la visita in Cina, nel giugno 2014, del Presidente del Consiglio Matteo Renzi,  il Ministri dello Sviluppo Economico Guidi e il Ministro del Commercio cinese Gao hanno firmato un cruciale accordo sui summenzionati cinque settori prioritari di collaborazione, che dovrà ora essere attuato con concreto impegno e il sostegno dei due governi.cinaitalia_marcopolonews copia

Una seconda asimmetria nelle nostre relazioni economiche è costituita dai flussi d’investimento. Gli stock di IDE italiani in Cina superano i 12/13 miliardi di euro, mentre quelli cinesi in Italia si muovono intorno a uno/due miliardi di euro. L’impegno dell’Italia a facilitare gli investimenti cinesi in entrata dovrà trovare un riflesso in una maggiore attenzione da parte cinese.

L’istituzione del Business Forum Italia/Cina (inaugurato dai due Capi di Governo nel giugno 2014) rappresenta una piattaforma di interazione innovativa dal potenziale enorme. Esso potrà garantire un salto di qualità nella partnership economica e industriale di cui Italia e Cina avvertono forte bisogno, per superare – insieme e con gradualità – le esistenti asimmetrie del rapporto bilaterale. Gli imprenditori d’Italia e Cina hanno a disposizione un foro permanente – prima inesistente – che si affianca al dialogo intergovernativo, per facilitare scambio d’informazioni, conoscenze, proposte industriali e investimenti reciproci, ivi compresa partnership strategiche anche su mercati terzi.

 

di Valentino Vilone

20 Febbraio 2015