Continua lo shopping italiano di imprese straniere

mondo_marcopolonews copia“È la globalizzazione, bellezza!” Verrebbe da dire guardando i movimenti di capitali imprenditoriali da e verso l’Italia. Solo che fa eco, soprattutto nei giornali, quando è una azienda italiana a finire nel capitale straniero. Meno successo riscuotono, invece, le operazioni che vedono capitali italiani conquistare imprese d’oltre confine.

Nella lista non solo c’è solo il recente acquisto della famosa azienda di liquori francese Gran Marnier da parte della Campari. Il gruppo Campari ha infatti raggiunto un accordo con la famiglia azionista che controlla la francese Societe des Produits Marnier Lapostolle (Spml), che controlla il marchio Grand Manier, per rilevarne il 17,19%:Il valore dell’operazione è di 684 milioni di euro. La Campari ha anche sottoscritto un accordo in esclusiva a livello globale per la distribuzione del portafoglio di Spirit Grand Manier. Sempre la Campari recentemente ha acquisito per 185,6 milioni di dollari canadesi la Forty Creek Distillery, azienda canadese che produce whisky e altri liquori.

Lo shopping italiano di aziende straniere è però molto attivo soprattutto se si tratta di imprese di medie dimensioni. Ci sono, ad esempio, i colpi messi a segno da Ima e da Lavazza. La prima si è appena assicurata sia la Business Medtech, leader nella progettazione, produzione e commercializzazione di macchine per l’assemblaggio di prodotti medicali per l’automedicazione; sia la Telerobot, azienda di riferimento nel settore dei macchinari per assemblaggio di materiali plastici nei settori caps and closures.

La Lavazza, storico marchio del caffè italiano nel mondo, ha acquistato per 700 milioni la francese Carte Noire. Il tutto a dimostrazione del fatto che non sempre l’impresa italiana diventa preda ma anche gli imprenditori italiani sono predatori.

Se le aziende italiane di grandi dimensioni sono molto spesso oggetto di attenzione da parte dei colossi stranieri (i casi più sono recenti Telecom e Pirelli), è vero anche che molto spesso le aziende di medie dimensioni tricolori si lanciano nella conquista di mercati e imprese straniere.

In un passato Luxottica, leader mondiale nell’occhialeria, ha rilevato dall’americana Wellpoint il sito di e-Commerce glasses.com, che detiene anche una tecnologia che dà la possibilità di provare ‘virtualmente’ gli occhiali su internet. Ed ancora la Suba Seeds, azienda romagnola produttrice di sementi, ha rilevato per 6,5 milioni di dollari l’azienda americana Condor Seed Production. E non basta. La Chiesi Farmaceutici ha completato l’acquisizione della impresa statunitense Cornerstone Therapeutics. C’è poi da segnalare l’acquisizione da parte della bresciana Aso Siderurgica del gruppo siderurgico romeno Cromsteel Industries.

Nel campo degli apparecchi acustici è avvenuta l’acquisizione da parte di Amplifon del 60% dell’israeliana Medtechnica Orthophone e della maggioranza della brasiliana Direito de Ouvir.

Da ricordare pure il ‘colpaccio’ messo a segno dalla Gtech che ha comprato per 4,7 miliardi di dollari la International Game Technology (Igt), leader nel mondo nel settore dei casinò e del social gaming con sede a Las Vegas.

Altro colpo italiano sul mercato internazional è quello di Prysmian che ha acquisito AS Draka Keila Cables, azienda estone specializzata nella produzione di cavi. C’è poi stato lo shopping canadese di Fincantieri, che ha acquisito Stx Canada Marine, attiva nel mercato nordamericano del design e dell’ingegneria navale.

La Ferrero (la “mamma” della Nutella, che si trova negli scaffali dei migliori negozi alimentari mondiali) per 157 milioni di euro ha acquisito il colosso britannico della cioccolata Thorntons con i suoi 308 milioni di fatturato, 3.500 dipendenti e, soprattutto, 400 punti vendita in Gran Bretagna.

 

di Leonzio Nocente

16 Marzo 2016