Le PMI italiane tornano fiduciose a Teheran con Calenda

iran-apertura-831x530Quasi finito l’embargo, le imprese italiane tornano fiduciose a Teheran. Con la revoca prevista delle sanzioni economiche, infatti, si aprono in Iran nuove prospettive di sviluppo anche per il Made in Italy e le imprese italiane non vogliono sprecare quest’occasione. Per questo, ben in 178 sono sbarcate a Teheran per il “Business Forum Iran-Italia”, guidate dal vice ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda. Una missione di piccole e medie imprese, organizzata da Confindustria, ICE, ABI e Unioncamere, che intende gettare le basi per intese con gli interlocutori locali, in modo tale da essere in prima fila quando le misure restrittive saranno definitivamente cancellate.

Un primo passo è stato appena compiuto con la firma di quattro memorandum di intesa che spaziano dalla cultura, con la firma di un accordo tra la Fondazione Maxxi e il Museo d’Arte Contemporanea di Teheran, al commercio. Due accordi sono stati siglati da Assomac, l’associazione conciatori di Confindustria, rispettivamente con Alpea (associazione produttori e esportatori della regione dell’Est Azerbaijan) e con Iran Tanners Associations. Il quarto memorandum è stato firmato da Confindustria Marmomacchine con Iran Stone Association e prevede il trasferimento di know how e la formazione tecnico-scientifico.

L’ambizioso progetto del governo italiano è quello di riportare nel giro di pochi anni l’interscambio commerciale ai livelli del 2011, ovvero a prima che l’inasprimento delle sanzioni contro Teheran provocasse un crollo da 7 miliardi di euro (massimo storico) a 1,1 miliardi del 2014.

“Negli ultimi anni le relazioni economico-commerciali tra Italia e Iran si sono affievolite a causa delle sanzioni”, ha sottolineato Calenda, ricordando come “l’Italia in passato sia stata il primo partner commerciale dell’Iran e che ora si lavora all’obiettivo di recuperare nel più breve tempo possibile un ruolo commisurato a quello che abbiamo condiviso nella lunga storia comune”.

Il mercato iraniano rappresenta per le imprese italiane, in particolare nei settori dei macchinari e dell’automotive, oltre ovviamente all’oil and gas, una grande opportunità da cogliere. “Il prossimo anno l’Iran farà registrare il più alto tasso di crescita economica in tutta la regione che si estende dal calenda-marcopolonewsNord Africa al Medio Oriente”, ha annunciato Ali Teyyeb-Nia, ministro dell’Economia. Secondo le previsioni della Banca Mondiale, se tutte le sanzioni saranno rimosse, il Pil iraniano crescerà del 5,8% nel 2016 e del 6,7% nel 2017.

Dati che trovano riscontro nelle parole di Calenda, secondo cui “con quasi 90 milioni di abitanti il Paese rappresenta in prospettiva la più importante economia della regione”. Il vice ministro ha poi posto in evidenza che in questi ultimi anni l’Italia è rimasta un partner commerciale importante per l’Iran: il nono a livello mondiale e il secondo a livello europeo. Secondo alcune proiezioni e ipotizzando un ritorno ai ritmi di crescita precedenti, potremmo raggiungere nel 2018 il valore di sei miliardi di interscambio”, ha sottolineato l’esponente del Governo di Roma.

Diversi sono i settori in cui l’Italia può recitare un ruolo da protagonista e recuperare le quote di mercato perse in Iran negli ultimi anni, a favore di concorrenti come Cina, India, Brasile e Russia. Oltre al petrolio, la partnership economica tra Iran e Italia può rilanciarsi attraverso “cinque settori focus” che sono considerati di “rilevanza strategica al fine di implementare la cooperazione economica tra imprese italiane e iraniane: automotive, meccanica, materiali da costruzione, ambiente ed energie rinnovabili, medicali”.

Il governo iraniano vuole fare le cose sul serio e di recente ha varato un piano di investimenti per i prossimi anni di 15 miliardi di dollari nelle infrastrutture del Paese, dalle ferrovie agli aeroporti, come ha dichiarato Mohammad Reza Nematzadeh, ministro iraniano dell’Industria, delle attività minerarie e dell’Industria, che ha invitato le imprese italiane a “farsi avanti” per collaborare in questo settore, date le loro conoscenze e capacità.

Ma la sfida è difficile e lungo questo percorso ci sono ostacoli difficili da superare, primo tra tutti lo scoglio delle sanzioni bancarie. Lo sblocco di questo settore, ha sottolineato Guido Rosa, presidente della commissione degli Affari Internazionali dell’ABI, può fungere da volano per il rilancio dei rapporti economici tra i due Paesi. I rappresentanti di 12 banche iraniane hanno in agenda “un incontro con la Banca Centrale iraniana e le principali banche locali, con l’obiettivo di fare il punto sullo stato delle relazioni interbancarie ed esaminare congiuntamente come migliorare la collaborazione già in essere”, ha concluso Rosa.

 

di Patrizia Marin

30 Novembre 2015