Regenesi: nasce il Remade in Italy

regenesi 1 mpnLo scarto industriale diventa nuovo simbolo del Made in Italy di lusso. “Regenesi” infatti realizza oggetti e accessori utilizzando materiali di post-consumo. Per colorare usa la farina di castagno e il caucciù per la morbidezza delle sue borse; per i gioielli le vecchie montature di occhiali, i manici delle borse e i catarifrangenti delle biciclette. Poi c’è la pelle rigenerata, le lattine di alluminio e gli scarti di vecchi elettrodomestici, oppure la polvere di gomma raccolta dagli aspiratori. Sono gli “ingredienti” utilizzati da “Regenesi”, azienda che produce oggetti e accessori rigenerati direttamente dai materiali di post-consumo e scarti industriali.
Certificata Remade in Italy, uno schema di certificazione specificatamente rivolto al riciclo per il Made in Italy, “Regenesi” è già sbarcata oltre oceano, suscitando interesse e ammirazione dal “New York Times” al Pompidou di Parigi, fino in Brasile e a Shanghai, dove ha esposto i suoi prodotti al padiglione italiano all’Expo all’interno di una mostra a cura della Triennale di Milano.
Designer italiani e internazionali trasformano gli scarti in bellezza ed è così che nascono tre collezioni: “casa” (oggetti per la cucina e l’home living), “ufficio” (accessori di pelle e per l’arredo) e “moda” (comprende borse, gioielli e piccola pelletteria).

Alla base della produzione, i processi di trasformazione dei materiali di qualità e ad alto valore ambientale. Come la pelle rigenerata che deriva da scarti di vera pelle selezionati, preparati e defibrati. Segue un processo di trattamento con acqua miscelata ad altre sostanze, soprattutto grassi e agenti coloranti, completamente naturali. In seguito il preparato viene steso su grandi banconi per l’asciugatura, viene pressato ed infine trattato perché acquisisca morbidezza.
“L’idea di creare un modello di business ‘rigenerativo’”, ha raccontato Maria Silvia Pazzi, amministratore delegato di “Regenesi”, “paradossalmente nasce a Napoli nel 2008 in pieno scandalo rifiuti. Nasce così un modello organizzativo che fa rete: diverse società e persone collaborano all’ impresa, sostenendosi autonomamente, e consentendo una produzione conveniente e veloce. I rifiuti vengono trattati come materie prime dalle infinite qualità, da cui nascono collezioni con brand come Lamborghini e Dainese, riutilizzando scarti delle auto e delle tute dei piloti di MotoGP. Per fare qualche esempio, 100 lattine diventano un piatto esclusivo, le pelle rigenerata viene impiegata nella realizzazione delle borse, la gomma dei campi da gioco che viene usata per realizzare dei tappeti da interno come un mini campo di calcio o di basket. Insomma, infinite soluzioni e infinite rigenerazioni, tutte all’insegna dell’ innovazione sostenibile”, ha concluso Pazzi.

di Patrizia Tonin

30 Settembre 2015