Spazio: su navicella Iss primo caffè espresso in orbita

espresso_marcopolonews copiaEssenze e aromi italiani nello spazio. È infatti Made in Italy il primo caffè espresso degustato in orbita. Parafrasando una celebre frase che rimbalza spesso da Cape Canaveral, “Caffè chiama Terra”. A realizzare finalmente il desiderio degli astronauti di poter sorseggiare l’essenza di una delle bevande italiane più famose ed apprezzate al mondo è stata la Lavazza con “ISSpresso”, la prima macchina a capsule in grado di lavorare nelle condizioni estreme dello spazio e in assenza di gravità, che è stata installata e messa in funzione sulla Stazione Spaziale Internazionale dall’astronauta italiana Samantha Cristoforetti, 38 anni, capitano dell’Aeronautica militare impegnata per sei mesi nella Missione Futura dell’Asi. La capsula spaziale Soyuz TMA-15M con a bordo “AstroSamantha”, il russo Anton Shkaplerov e lo statunitense Terry Virts toccherà terra alle ore 3,03 del mattino. Il luogo dell’atterraggio sarà la steppa del Kazakistan nei pressi della località di Dzhezkazgan a sud della città di Karaganda.

Il progetto ISSpresso è stato realizzato dalla Argotec (azienda torinese specializzata nella produzione di cibo spaziale) e dalla Lavazza in una partnership pubblico-privata con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Questo simbolo del Made in Italy alla conquista dello spazio è uno dei nove esperimenti della “Missione Futura” di Cristoforetti, frutto di una ricerca scientifica avanzata. Per preparare un caffè in orbita è infatti necessaria una tecnologia estremamente raffinata.

La prima macchina espresso spaziale (era stata spedita nello spazio il 13 aprile a bordo di una capsula Dragon) è in grado di lavorare nelle condizioni estreme dello spazio, dove i principi che regolano la fluidodinamica dei liquidi e delle miscele sono molto diversi da quelli terrestri. La macchina da caffè spaziale è in grado di erogare un espresso a regola d’arte in assenza di peso.

L’”ISSpresso” è una macchinetta multifunzione in grado di produrre bevande calde, quindi non solo caffè, ma anche thè, tisane e vari tipi di brodo, consentendo la reidratazione degli alimenti. Oltre che per garantire benessere dell’equipaggio, è un esperimento scientifico studiato per approfondire la conoscenza del comportamento dei fluidi e delle miscele in condizioni di microgravità.

C’è una sola carenza che la tecnologia Made in Italy non può colmare: l’”ISSpresso” produce una bevanda che non si può gustare con la classica tazzina dei bar italiani, come tutti sono soliti fare, ma solo sorseggiando, anzi suggendo, la bevanda da una bustina dove viene immessa per evitare che si disperda nell’aria priva di gravità.

 

di Eleonora Albertoni

5 Maggio 2015