L’Osteria Francescana di Bottura miglior ristorante al mondo

massimo-botturaÉ la prima volta che un locale italiano ottiene il riconoscimento. L’”Osteria Francescana” supera così il vincitore dell’anno scorso, il ristorante spagnolo “El Celler de Can Roca”, nella speciale graduatoria dei 50 migliori ristoranti al mondo coronando in tal modo la sua scalata al titolo. L’”Osteria” era giunta seconda l’anno scorso e terza nel 2013 e 2014.

“Voglio ringraziare tutti i miei collaboratori. É stata durissima. Il nostro lavoro è soprattutto un’opera d’arte”, ha detto un entusiasta lo chef Massimo Bottura, con la bandiera italiana sulle spalle, rilevando che “il miglior ingrediente per il futuro è la cultura. La cultura porta conoscenza e apre consapevolezza”. Lo chef italiano superstar mondiale ha poi invitato gli altri ristoratori (presenti gli chef di Gerona con cui si è abbracciato dopo l’annuncio della vittoria) a collaborare al suo progetto di aprire un locale a Rio de Janeiro entro l’estate che aiuti a sollevare le condizioni di vita nelle favelas. Visibilmente emozionato, lo chef italiano ha dedicato la vittoria alla famiglia, alla moglie Lara e alla sua squadra di lavoro.

“Grazie a Massimo Bottura per aver portato l’Italia in cima al mondo”, ha scritto su Twitter Il presidente del consiglio, Matteo Renzi, condividendo quanto scritto dal ministro dell’agricoltura Maurizio Martina.

Al terzo posto nella graduatoria si è piazzato un locale newyorkese, l’ “Eleven Madison Park”, mentre nella top-ten compaiono ristoranti peruviani, danesi (col quattro volte vincitore “Noma”), francesi, spagnoli, giapponesi e australiani.

Per quanto riguarda la classifica individuale per i singoli chef, trionfo su tutta la linea per la Francia con premi ad Alain Passard per la carriera, per Dominique Crenn come migliore cuoco donna e per Pierre Herme come miglior pasticciere.osteria francescana

Il riconoscimento all’”Osteria Francescana” di Massimo Bottura come ristorante migliore del mondo conferma il grande appeal del cibo Made in Italy, con due stranieri su tre che scelgono l’Italia proprio per i prodotti agroalimentari, in vetta alla classifica delle preferenze di acquisto durante le vacanze. Il trionfo di Bottura è lo specchio del nuovo protagonismo dell’agroalimentare nella ripresa del Paese, con il successo della gastronomia italiana che ha agganciato lo sviluppo della filiera agroalimentare, legandola anche al turismo, alle bellezze paesaggistiche e culturali del Paese.

Lo confermano le scelte degli stranieri con il food shopping che riguarda ben il 62% di turisti esteri e batte nettamente negli acquisti i tradizionali souvenir (50%), l’abbigliamento (48%) e l’artigianato (25%), secondo le elaborazioni della Coldiretti sullo studio “In viaggio attraverso l’Italia” di Confimprese.

La passione per il cibo raggiunge l’apice per i russi con una percentuale dell’87%, spinta anche dall’embargo che ha fatto sparire i prodotti italiani dalle loro tavole, ma è trasversale per tutti i Paesi dell’indagine dalla Germania all’Inghilterra, alla Francia, ma anche Usa, Cina, e Giappone.

Non a caso l’export agroalimentare Made in Italy ha raggiunto nel 2015 il suo massimo storico, salendo a quota 36,9 miliardi, con un aumento dell’8% rispetto all’anno precedente. Ma il premio a Bottura rafforza anche il primato enogastronomico conquistato dall’Italia a livello internazionale dove il Belpaese è l’unico al mondo con 4.886 prodotti alimentari tradizionali censiti dalle regioni, ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, 283 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg. Ma ha ottenuto anche il primato green con quasi 50mila aziende agricole biologiche in Europa e ha fatto la scelta di vietare le coltivazioni ogm a tutela del patrimonio di biodiversità. L’Italia si è portata pure al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,5%), quota inferiore di 3 volte alla media europea di 1,5% e di 12 volte rispetto alla media del 5,7% dei Paesi extraeuropei.

 

di Dario de Marchi

14 Giugno 2016