Scoperta un’altra Monna Lisa sotto la Gioconda di Leonardo

MonaLisaLo scienziato Pascal Cotte ha annunciato alla BBC i risultati di una sua sensazionale scoperta, fatta con luci multispettrali: c’è la sagoma di un’altra Monna Lisa, con un pendente a perla e spilli nell’acconciatura dei capelli, sotto la celebre Gioconda di Leonardo che si può ammirare al Museo del Louvre di Parigi. In particolare, sotto la vernice della pittura dell’opera più famosa di Leonardo da Vinci, che avrebbe cominciato a dipingere nel 1503, ci sono ben tre diverse stesure nascoste di un disegno della gentildonna, che presenta numerose varianti rispetto all’enigmatico sorriso che inquieta da quasi 500 anni.

È questa l’ipotesi avanzata dallo scienziato francese Pascal Cotte, co-fondatore della società di ingegneria elettronica “Lumiere Technology” di Parigi, che nel 2004 ha avuto la possibilità di eseguire una serie di analisi non invasive sul dipinto, sperimentando una nuova tecnica chiamata Layer Amplification Method (Lam), come ha riferito la BBC anticipando il documentario dal titolo “The Secrets of the Monna Lisa“, che sarà trasmesso la sera del 9 dicembre dalla rete televisiva britannica e che racconta dieci anni di ricerche. L’ing. Cotte ha illustrato i risultati delle sue ricerche nel libro “Lumière on the Monna Lisa. Leonardo da Vinci. Hidden portraits” (edito da Hudson Hills Press), presentato in anteprima a Londra e a Shanghai.

Il volume si avvale della prefazione del professore Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale di Vinci, che osserva come le ricerche di Cotte offrano agli studiosi “una serie impressionante di nuove scoperte, realizzate esaminando direttamente il dipinto del Louvre con la più avanzate tecniche multi spettrali, che cambiano la storia fino adesso conosciuta della Gioconda/Monna Lisa“. Il museo parigino del Louvre per il momento non ha commentato i risultati degli studi di Cotte.

Pascal Cotte ha riordinato e analizzato migliaia di immagini multispettrali (elaborate con la tecnologia Lam – Layer museo-louvreAmplification Method, da lui inventata), registrate direttamente sulla Gioconda del Louvre, archiviando 3 miliardi di punti dati. Lo scienziato francese ha così individuato 155 ‘segreti visivi’, cioè non visibili ad occhio nudo, ma fatti emergere dalle analisi al Lam sotto la vernice.

Il primo ritratto nascosto era impostato in dimensioni più grandi rispetto alla figura attuale: Cotte ha fra l’altro riscoperto la puntinatura dello spolvero in diverse zone, compresa la poltroncina a pozzetto; un naso differente; più ampie sono la mano e la manica destra; le dita della mano sinistra sono più grandi verso il basso.

Nel secondo ritratto nascosto, Cotte ha individuato l’aggiunta di molti dettagli sorprendenti: notevoli cancellature del ritratto precedente che sembrano eseguite con la mano destra (anziché con la sinistra, come nella “Dama dell’Ermellino”); aghi (o spilloni) per l’acconciatura dei capelli; un pendente a perla; i puntini dello spolvero della cuffia, della sommità della testa e del velo sulla fronte; elementi decorativi a stella. Le mani sono già impostate, e così la balaustra e il paesaggio, ma subiranno trasformazioni.

Gli accessori e gli attributi decorativi fanno pensare a un ritratto di una dama facoltosa, qual era Lisa Gherardini, grazie alle ricchezze del marito, il mercante fiorentino Francesco del Giocondo.

Nel terzo ritratto nascosto, lo studio di Cotte ha rilevato come Leonardo da Vinci abbia cancellato e ridisegnato diversi contorni, stendendo un nuovo strato come fondo per la pittura; vengono meno spilloni e perle; cambia la cuffia; l’acconciatura dei capelli sulle spalle è ben diversa da quella della versione precedente e della quarta, finale e visibile oggi; modifica i lineamenti del volto e del naso; dà volume alla veste; la bocca appare molto più piccola, il collo e le spalle diverse dalla versione conclusiva; la camicia con décolleté è differente dall’attuale e presenta tracce di spolvero, che si ritrovano pure nel velo sulla fronte, che non corrisponde all’ultima versione; la veste presenta finestrelle con nastri (stringhe), gamurra, spalline e acciaioli.

Pascal Cotte ha scoperto tra l’altro una croce in ciascuna pupilla, come se servisse per definire e modificare la posizione e l’orientamento dello sguardo della Gioconda. Nel sottolineare la presenza delle sopracciglia, lo scienziato francese ha inteso riferirle al ritratto finale, dove tuttavia non si vedono a occhio nudo.

Per quanto non si tratti propriamente di ciglia, l’argomento merita di essere approfondito, come ha ricordato Alessandro Vezzosi, vista l’importanza in relazione al testo di Giorgio Vasari, che esalta in particolare nel ritratto di Monna Lisa come scrive nelle sue “Vite dei pittori”: “gli occhi avevano que’ lustri e quelle acquitrine che di continuo si veggono nel vivo, et intorno a essi erano tutti que’ rossigni lividi e i peli, che non senza grandissima sottigliezza si possono fare; le ciglia, per avervi fatto il modo del nascere i peli nella carne, dove più folti e dove più radi, e girare secondo i pori della carne, non potevano essere più naturali”.

La quarta e ultima stesura è naturalmente quella che si può ammirare al Louvre. È conseguenza non solo di pentimenti e varianti, ma di una vera e propria metamorfosi, “una lenta trasfigurazione grazie alla tecnica del finissimo glacis”, come ha osservato Vezzosi. I cambiamenti sono notevoli: il contorno della testa; la mano destra; la cuffia e la veste coperte da un velo ombroso (che attornia la testa e il corpo per coprire l’acconciatura e la veste precedenti); l’orientamento e la prospettiva della figura; la fisionomia e la posizione del volto, che guarda lo spettatore, mentre il busto è meno frontale in una rotazione dell’insieme di 14° gradi.

“Attraverso tante variazioni, il capolavoro ha incorporato tanti segreti e ha raggiunto scientificamente la sua figurazione metafisica e sublime”, ha annotato Vezzosi.

L’ipotesi di una “Gioconda” con strati di pitture diverse sfogliabili come se fosse una cipolla (grazie alle luci multisprettali), però, non convince tutti gli studiosi, a partire Martin Kemp, professore emerito di storia dell’arte all’Università di Oxford e uno dei maggiori specialisti della pittura di Leonardo. “Io non credo che queste immagini sottostanti rappresentino i disegni di altre Gioconda”, ha commentato lo stesso Kemp alla BBC, “vedo queste immagini più come un processo continuo di evoluzione. Sono assolutamente convinto che la Gioconda raffiguri Lisa Gherardini”.

 

di Patrizia Tonin

9 Dicembre 2015