Slow Wood la tradizione del legno e l’ingegno del Made in Italy

 

trucioli14 agosto 2014

Quando una mia amica mi ha invitato all’inaugurazione di una piccola mostra espositiva all’interno del suo negozio, quasi di fronte la Basilica Palladiana di Vivenza, ho accettato subito perchè il nome dato a questo progetto mi incuriosiva: Slow Wood.

In quest’epoca dove tutti elogiano la velocità e dove tutto deve essere “fast” , essere “slow “ a mio avviso è già un sinonimo di qualità.

Il progetto nasce grazie all’intuizione di Gianni Cantarutti e Marco Parolini, e si propone di creare una rete di artigiani, designer, fornitori ed esperti del legno con lo scopo di dare forza a tutte le piccole realtà che vi partecipano; una rete di professionisti riuniti sotto un unico marchio per trovare nuovi canali di vendita e non solo.

I prodotti , realizzati in pezzi unici o in piccole serie, sono tavoli, sedie, vasi artistici, lampade e perfino una culla.

Come una pianta ha bisogno di tempo per crescere anche i prodotti artigianali hanno bisogno di tempo per prendere forma e richiedono competenza abilità pratiche e capacità. Ogni oggetto ha una storia dietro di sé essendo stato pensato, disegnato e realizzato con cura e con un slow.woodsignificato ben preciso.

A Milano in Foro Bonaparte Slow Wood ha creato un Laboratorio permanente dove designer, artigiani ed esperti del legno possano sviluppare insieme prodotti e progetti.

Un luogo per imparare a conoscere il legno, le caratteristiche e la sostenibilità di ciascun tipo in modo da poter scegliere quello giusto per ogni attività perché,come dice Gianni Cantarutti, il legno ha un cuore che pulsa.

Di recente hanno collaborato al progetto anche cinque designers giapponesi, affascinati dalla possibilità di integrazione tra due Paesi con un amore in comune per l’artigianato.

Ancora una volta un’idea che prende forma dall’ingegno e dalla passione del Made in Italy, un modo diverso per affrontare il cambiamento, una formula nuova per andare avanti nonostante la crisi, rimboccandosi le maniche e dando ascolto al proprio cuore.

(di Elena Crepas)