Vino: il mercato russo raccontato dal sommelier Massimo Novara

massimo-novara-marcopolonewsLa grande Russia, un mercato enorme per i vini italiani, vista e raccontata con gli occhi di Massimo Novara, uno se non l’unico sommelier Made in Italy in quel Paese, in una intervista concessa alla News Letter dell’ICE di Mosca. Malgrado la riduzione del potere d’acquisto in Russia, c’è un vero boom delle enoteche, wine bar e locali di tendenza simili. Uno dei progetti della categoria più rilevanti è la catena «Khleb i vino», ossia «Pane e vino», aperta l’anno scorso dallo scrittore, conduttore televisivo e imprenditore Sergey Minaev. Ad oggi il progetto conta tre locali a Mosca, ma non sono da escludere prossime aperture in altre importanti città della Federazione Russa. Massimo Novara è il sommelier di «Khleb i vino» ha spiegato quali sono le preferenze vinicole dei consumatori russi, la crescente popolarità delle enoteche e le prospettive per i vini italiani.

Probabilmente Lei è l’unico, sommelier italiano che lavora in Russia. Come mai è arrivato in Russia?

Novara – Frequento la Russia dal 2010 inizialmente per motivi personali e nel maggio 2012 ho deciso di trasferirmi a vivere qui. Ho cominciato a frequentare l’Università Statale di Mosca (МГУ) per imparare il russo e, parallelamente, a lavorare per un importatore di vini occupandomi della gestione vendite sul mercato della ristorazione a Mosca. Inizialmente non è stato affatto facile ambientarsi in una metropoli cosi caotica e con una lingua non tra le più semplici ma con il tempo mi ci sono innamorato…

Cosa l’ha stupita di più in Russia? Quali differenze ha notato tra gli ambienti professionali russo e italiano?

Novara – Forse la cosa che mi ha stupito di più sono i ritmi frenetici e vorticosi di questa metropoli che non si ferma e non dorme un solo minuto. Si va tutti a 100 all’ora, le giornate non bastano mai! Un’altra cosa che mi ha colpito inizialmente è stato il tasso di cultura dei russi. Penso che in Italia abbiamo un idea molto distorta di come sia la Russia e, soprattutto, i russi. Un tasso di culturaamarone-bicchieri-marcopolonews copia e di educazione molto alto. Inizialmente sono freddi ma oltre la facciata iniziale sono gente di gran cuore. Sul piano della ristorazione i russi si affidano molto all’aiuto del sommelier nella scelta dei vini e sono sempre molto interessati a raccogliere quante più notizie su quello che hanno nel bicchiere.

Come, secondo Lei, si spiega la così alta popolarità dei wine bar e delle enoteche, considerando che solo pochi anni fa locali di questo tipo fossero rarità per città russe?

Novara – La crescente popolarità dei wine bar e enoteche è dovuta al fatto che i russi si stanno accostando sempre di più allo stile di vita europeo, cercando di riprodurre le atmosfere delle nostre vinoteche e bar. Hanno viaggiato e visitato in lungo ed in largo l’Europa e l’Italia e, quindi, cercano di ricreare ambienti e situazioni per noi comuni e tanto care come le enoteche di Paese.

Come definisce il crescente interesse verso il vino in Russia? Siamo di fronte a qualche cosa di temporaneo o possiamo davvero parlare di un fenomeno ben consolidato?

Novara – Penso che sia un fenomeno in costante crescita e destinato a evolversi sempre più visto l’interesse delle nuove generazioni verso il vino. Nei nostri ristoranti la clientela parte dai giovani di 20 anni fino ad un pubblico più adulto, sulla cinquantina, e comunque in ogni fascia di età c’è sempre la curiosità di provare ogni volta qualche blend nuovo o uvaggio particolare. Lo dimostra anche il fatto di quanto interesse ci sia nei confronti delle degustazioni a tema che proponiamo settimanalmente, sempre sold out.

Quali vini italiani godono della maggiore domanda nelle vostre enoteche?

Novara – La fanno ancora da padrona le nostre regioni dei grandi vini, Toscana in primis, con un pubblico che copre tutte le fasce di età con i suoi Super Tuscan, i Brunello di Montalcino per i palati più i fini ed in fine con i Chianti che rimangono comunque tra i più gettonati anche per la popolarità anche tra chi non se ne intende molto. Piemonte con Barolo e Barbaresco rimangono sempre un’icona per tutti, il Veneto con i suoi Amarone, Ripasso dai caratteri forti che piacciono molto al pubblico Russo. Così come i rossi brunello-marcopolonewsdella Sicilia, della Sardegna e della Puglia ed i bianchi del nostro Nord Italia con Trentino e Friuli che la fanno da padrona.

In cosa Lei vede i vantaggi dei vini italiani rispetto ai concorrenti provenienti non solo dall’Europa, ma anche dal Nuovo Mondo?

Novara – L’Italia rimane sempre il Paese più amato dal pubblico russo ed è sinonimo di qualità. Il terroir che offre l’Italia rimane sempre come punto di esempio per la viticultura mondiale. La molteplicità delle nostre uve autoctone e l’esperienza dei nostri enologi fanno dell’Italia un Paese che, in fatto di vini, ha ancora molto da insegnare.

Quanto sono attive le cantine italiane nell’ambito della promozione in Russia? Cosa dovrebbero fare per aumentare la riconoscibilità dei propri prodotti in questo mercato?

Novara – Negli ultimi anni le cantine Italiane sono molto attive sul territorio russo con fiere, seminari e degustazioni e a mio parere con buoni risultati dimostrati ogni anno dalla sempre più crescente frequenza del pubblico Russo. Il mio consiglio è quello di non lasciarsi intimorire dall’andamento economico del paese e continuare a puntare sulla Russia come uno dei centri di sviluppo del mercato vinicolo Italiano.

Redazione

2 Novembre 2015