Il 71% degli italiani teme soprattutto la contraffazione alimentare a tavola

contraffazione alimentare- marcopolonewsLa genuinità alimentare come baluardo non solo della qualità dei gusti ma anche della vita. Per sette cittadini su dieci (ossia 71%) le contraffazioni alimentari a tavola sono quelle più temute perché hanno pericolosi effetti anche sulla salute. Lo afferma la Coldiretti nel commentare il rapporto Censis su ”La contraffazione: dimensioni, caratteristiche e approfondimenti”.

Nel caso dei prodotti alimentari, il reato di contraffazione alimentare è più grave perché spesso la vendita di prodotti taroccati avviene sempre all’insaputa dell’acquirente. Dall’inizio della crisi, secondo la Coldiretti, è aumentato del 248% il valore di cibi e bevande sequestrati perché adulterate, contraffate o falsificate. E’ questo scenario emerge da una analisi della stessa Coldiretti sulla base dell’attività dei carabinieri dei Nas nel periodo 2007–2013. Gli ottimi risultati dell’attività dei Nas confermano l’efficacia del sistema di controlli in Italia contro un crimine particolarmente odioso perché si fonda sull’inganno e colpisce soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa a causa della crisi e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo dietro i quali spesso si nascondono infatti ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi sui quali è importante garantire maggiore trasparenza.frodi-alimentari-marcopolonews

Nel 2013 in Italia sono stati sequestrati beni e prodotti per un valore di 441 milioni di euro, soprattutto con riferimento a prodotti base dell’alimentazione come la carne (25 per cento), farine pane e pasta (15 per cento), latte e derivati (9 per cento), vino ed alcolici (7 per cento), ma anche in misura rilevante alla ristorazione (18 per cento) dove per risparmiare si diffonde purtroppo l’utilizzo di ingredienti low cost importati che spesso nascondono frodi e contraffazioni alimentari.

Per questo occorre studiare a fondo il fenomeno per supportare l’ottima e costante attività delle forze dell’ordine e stringere le maglie larghe della legislazione nazionale e comunitaria, con l’estensione a tutti i prodotti dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle materie prime impiegate negli alimenti. *

 

1 ottobre 2014

di Alberto Ercoli