Le 11 Famiglie dell’Amarone d’Arte in Piemonte, terra di rossi

Famiglie-Amarone-marcopolonews copiaLe undici Famiglie dell’Amarone d’Arte, che dalla Valpolicella difendono nel mondo l’eccellenza di uno dei vini più pregiati ed eleganti d’Italia, “sbarcano” in Piemonte, terra di grandi rossi. Non è una sfida né una provocazione in casa dei competitors, ma una utile occasione per approfondire la conoscenza dell’Amarone, voluta dalla Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino (ONAV) di Torino, che ha promosso per la sera di giovedì 15 gennaio (ore 21:00 – Hotel Diplomatic – via Cernaia, 42) un evento degustazione dell’Amarone prodotto dalle Famiglie storiche della Valpolicella, che si sono date una precisa autoregolamentazione, un “manifesto d’identità” basato sulla qualità nel rigoroso rispetto della tradizione e dei processi selettivi e produttivi.

Ad illustrare agli esperti, enologi e assaggiatori piemontesi le caratteristiche di questo nobile vino, a partire dalla descrizione della raccolta delle uve, dal lento processo di appassimento e poi di invecchiamento, sarà Marilisa Allegrini, titolare dell’omonima azienda agricola veronese e presidente de Le Famiglie dell’Amarone d’Arte, che svelerà storia, vita e retroscena di questa eccellenza dell’enologia italiana. Le undici Famiglie producono oltre 2,5 milioni di bottiglie di Amarone d’Arte ed hanno, tutte insieme, un fatturato globale annuo che supera i 160 milioni di €, destinando all’export più dell’80% della produzione. Sarà presente anche Tiziano Castagnedi, titolare di Tenuta Sant’Antonio, una delle 11 Famiglie.

«La degustazione organizzata dall’ONAV a Torino è uno scambio di conoscenza e di arricchimento culturale per quanti amano il vino e per noi delle Famiglie dell’Amarone rappresenta non solo una opportunità per far conoscere le sue eccezionali qualità, di questo vino, il suo gusto unico, l’aroma vellutato, la nobile dignità nel palato, ma anche per raccontare un processo sconosciuto ai più, ossia il metodo di appassimento, sempre fatto in modo naturale: solo uve perfettamente sane e accuratamente selezionate possono infatti entrare nei fruttai», ha anticipato Marilisa Allegrini ricordando che «alle eccezionali caratteristiche dell’Amarone concorrono tanti fattori. A quelli umani, alla professionalità e dedizione degli imprenditori e dei loro collaboratori, si aggiunge l’importanza del luogo dove le viti crescono: in collina, dove la ventilazione è un fenomeno naturale ed è presente un drenaggio spontaneo grazie ai terreni calcarei, ove sarà più facile avere la garanzia di uno stato sanitario ottimale anche in annate difficili. Per questo noi delle Famiglie dell’Amarone d’Arte ribadiamo da tempo la necessità della zonazione, ovvero la catalogazione scientifica dei terreni con la delimitazione dei vigneti vocati e di quelli meno vocati. Questo dovrebbe costituire il principio fondativo e ispiratore dei Disciplinari di Produzione per salvaguardare il nome e la qualità dell’Amarone», ha concluso Marilisa Allegrini.amarone-bicchieri-marcopolonews copia

Ai partecipanti alla degustazione promossa dall’ONAV le undici Famiglie dell’Amarone d’Arte offrono i loro migliori vini del 2010, un’annata annoverata tra le migliori. In particolare, dell’Allegrini si gusterà l’”Amarone Classico 2010”; di Begali l’“Amarone Classico”; di Brigaldara l’“Amarone della Valpolicella Classico 2010”; di Masi il “Costasera Amarone Classico 2010”; di Musella l’”Amarone della Valpolicella Doc 2010”; di Speri l’”Amarone della Valpolicella Docg Classico Vigneto Monte Sant’Urbano 2010”; di Tedeschi il “Capitel Monte Olmi Amarone della Valpolicella Doc Classica Riserva”; della Tenuta di Sant’Antonio l’”Amarone della Valpolicella Campo dei Gigli”; di Tommasi l’”Amarone della Valpolicella Classico Docg 2010”; di Venturini l’”Amarone della Valpolicella Docg” e di Zenato l’”Amarone della Valpolicella Doc Classico”.

 

Redazione

14 Gennaio 2015