Chef romani interpretano l’agroalimentare della Baviera

Per la Baviera l’Italia è il primo mercato per l’export. E’ per questo che Helmut Brunner, ministro dell’Agricoltura e dell’Agroalimentare dell’importante regione tedesca, è venuto a Roma per sponsorizzare un significativo evento non solo promozionale ma pregno del significato rappresentato dalle ottime relazioni intercorrenti tra i due paesi, intitolato “La Baviera incontra l’Italia”. E per farlo ha portato con sé le eccellenze dei prodotti della sua terra, ma lasciando che siano interpretate da una esclusiva compagine di talentuosi chef della Capitale italiana. Proprio per sancire il forte legame.

Quattro chef romani hanno interpretato l’agroalimentare della Baviera, guidati da un giovane chef bavarese, Stefan Fuss, che ad una cinquantina di chilometri da Monaco delizia i clienti della trattoria “Goldener Stern” a Rohrbach, contaminando così i migliori prodotti della regione tedesca con la fantasia e la creatività italiani.

La riuscita iniziativa è stata organizzata non solo dal Ministero per l’Agricoltura bavarese, ma anche dall’Associazione Bavarese dell’Industria lattiero-casearia e dalla Camera di Commercio italo-tedesca di Monaco di Baviera, con l’intento di promuovere nella Capitale, ma in genere in Italia, i prodotti premium della Baviera: latte e latticini, carne, birra ma anche vino, tra cui un gradevole spumante.

L’Italia, infatti, è il primo mercato di riferimento per l’export di prodotti alimentari bavaresi, con un valore delle esportazioni che nel 2015 ha raggiunto 1,62 miliardi di euro. Di contro, l’Italia esporta in Baviera prodotti alimentari per un valore di 1,55 miliardi di euro, soprattutto vino, ortofrutta e caffè.

Selezionati dal critico gastronomico Luigi Cremona, gli chef italiani, Marco Claroni (“Osteria dell’Orologio”), Davide del Duca (“Osteria Fernanda”), Roberto Campitelli (“Osteria di Monteverde”) e Riccardo Loreni (“Cuoco e Camicia”), tutti attivi a Roma, hanno pertanto utilizzato prodotti tipici bavaresi come la trota salmonata, lo yogurt, il rafano, gli asparagi bianchi di Schrobenhausen, i formaggi locali, per creare un percorso di degustazione in grado di dimostrare la qualità dei prodotti baverese abbinata alla creatività italiana. Il tutto inaffiato con i vini della Franconia e una selezione di specialità di birre bavaresi. Insomma, si è andati ben oltre all’efficace richiamo turistico dell’Oktober Fest.

Il ministro bavarese alla Agricoltura, Helmut Brunner, ha spiegato che “la Baviera vuole dimostrare all’Italia la propria capacità di incrementare e controllare la qualità dei prodotti agricoli: un modo per avvicinarci alla mentalità e allo stile di vita italiano”, di cui – ha ricordato il ministro – lui è i suoi concittadini sono grandi estimatori.

La Baviera punta molto sulla qualità, sulla genuinità e sulla sicurezza dei propri prodotti agroalimentari, tanto che entro il 2020, ha detto Brunner, conta di raddoppiare la propria produzione biologica.

Non solo. La stessa regione tedesca vuole fare punto di forza della territorialità e storicità dei prodotti agroalimentari di punta e ha intenzione di “intensificare la collaborazione con l’Italia nel settore dell’enogastronomia e del turismo”. Di fatto, anche se i tedeschi spendono per il cibo solo l’11% del proprio reddito (a fronte del 16% degli italiani), si sta mettendo in evidenza una disponibilità a spendere di più a fronte di prodotti regionali, biologici e di alta qualità: pizza e gelati italiani, ad esempio, sono già entrati stabilmente a far parte della dieta dei tedeschi.

di Leonzio Nocente

31 Maggio 2017