Majani festeggia una storia di cioccolato lunga 220

majani1-marcopolonewsUna storia di eccellenza del cioccolato lunga 220 anni. È quella della Majani, la più antica fabbrica di cioccolato italiana, nata a Bologna nel 1796, che ha festeggiato il suo 220.mo compleanno assieme a tutti gli appassionati del ‘Cibo degli Dei’ partecipando ad “Eurochocolate 2016”. E proprio in occasione della manifestazione, la Majani si è aggiudicata l’”Eurochocolate Award” nella categoria prodotto innovativo con la “Sfoglia Nera” che, come si afferma nella motivazione del riconoscimento “rappresenta un prodotto simbolo della vostra produzione che ha sempre cercato di mantenere unita la tradizione con l’innovazione. Nasce nel 1832, col nome Scorza, il primo cioccolato in forma solida prodotto in Italia, frutto della sperimentazione Majani e trasformatosi oggi, solo nel nome, in ‘Sfoglia Nera’ per dar risalto maggiore alle proprietà del prodotto storico ma sempre innovativo”.

Majani ha una storia unica, bella, affascinante, intrecciata indissolubilmente con le vicende del nostro Paese. Il suo cioccolato ha deliziato il palato di re, personaggi storici ed è stato addirittura protagonista di numerose esposizioni universali, tra cui quella celebre del 1889 durante la quale venne inaugurata la Tour Eiffel. La famiglia Majani guida l’azienda fin dalla sua fondazione e si tramanda gelosamente ricette e particolari accorgimenti produttivi di cui tiene memoria in un preziosissimo archivio storico. La cura dei particolari e passione per il proprio lavoro hanno consentito a Majani in questi due secoli di mantenere inalterata una qualità eccellente universalmente riconosciuta. L’azienda acquista i semi di cacao – circa venti qualità differenti – nelle migliori piantagioni del mondo, li tosta e li lavora direttamente. È proprio la tostatura, modulata a seconda del prodotto da realizzare, a conferire al cioccolato un aroma naturale riconoscibile ed inconfondibile.

Ma vediamo qual è la storia di questa azienda ultracentenaria, vanto del Made in Italy. Fino alla fine del ‘700 la cioccolata esisteva solo in forma di bevanda ed era consumata esclusivamente dall’aristocrazia e dal clero, Negli anni successivi tale prelibatezza si diffuse anche nelle altre classi sociali, prima delle quali la borghesia. Ed è proprio in questo periodo che comincia a farsi un nome il “Laboratorio delle Cose Dolci” di Teresa Majani, una piccola bottega artigiana con annesso negozio, nato a Bologna nel 1796 di fianco alla Basilica di S. Petronio, da cui si svilupperanno un’azienda e una famiglia di grandi maestri del cioccolato.

Gli affari vanno bene e così nel 1830 venne acquistato un immobile di circa 5.000 mq nel cuore di Bologna, in via de’ Carbonesi, che in seguito i bolognesi chiamarono Palazzo Majani. A pianterreno vi erano il laboratorio e il negozio con la sala da tea, al primo piano l’appartamento della famiglia Majani e ai piani superiori altri appartamenti.

Nel 1856, in una Italia ancora divisa in Stati e Ducati, Giuseppe Majani si recò a Torino con un passaporto rilasciato dallo Stato Pontificio (custodito negli archivi storici dell’Azienda) che gli consentì di attraversare le dogane che separavano Bologna dal Ducato dei Savoia, per acquistare i più moderni macchinari per la lavorazione del cioccolato. Alcuni anni dopo venne esposta l’insegna “Stabilimento a vapore di confetture e cioccolata”. Il negozio fu simbolo della Belle Epoque e salotto di incontro dell’aristocrazia e della cultura bolognese, da Carducci a Marconi, dalla Duse a Boito.

Negli anni a venire venne abbellito con arredi, marmi di gran pregio, cristalli scintillanti che trovarono la loro miglior valorizzazione attraverso la perfetta illuminazione resa possibile dalla locomobile a vapore dello stabilimento, ciò provocò grande stupore nei cittadini di allora in quanto la luce elettrica iniziò a diffondersi soltanto all’inizio del ‘900.

La Majani viene presto riconosciuta fra le più qualificate d’Europa, riceve premi e medaglie in più occasioni, alle Esposizioni Universali di Parigi (1867 e 1878), Vienna (1873) e Milano (1881).majani-marcopolonews

Sono gli anni in cui i prodotti Majani conquistano il palato dei Sovrani del giovane Regno d’Italia, battendo la concorrenza piemontese. Majani diventa fornitore ufficiale della Real Casa e sul finire del 1878 Umberto I accorda la facoltà di innalzare lo Stemma Reale sull’insegna del negozio bolognese. Nel 1891 ad Aldo Majani viene conferito il titolo di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia. È proprio in quel periodo che altri Sovrani europei scoprono i prodotti Majani tanto che nel 1885 la Real Casa del Sermo Sõr Infante Duque de Montpensier e successivamente nel 1893 la Real Casa del Sermo Sõr Infante Don Antonio de Orléans concedono alla “Casa Majani” la facoltà di innalzare il loro Stemma Reale sull’insegna del negozio. Questi documenti originali, assieme ad altri riconoscimenti ottenuti nel corso di 2 secoli, costituiscono un grande vanto della famiglia e sono tutti rigorosamente conservati negli archivi storici dell’azienda.

Francesco Majani, figlio di Giuseppe Majani e Teresa Menarini, nato nel 1794 e morto nel 1865 tenne un diario molto dettagliato e molto vasto di 741 pagine che intitolò “Cose accadute nel tempo di mia vita”. Il manoscritto, custodito a casa di Anna Majani, è stato valutato di tale importanza storica che la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna ne ha finanziato nel 2003 la pubblicazione, a cura del prof. Angelo Varni, per la casa editrice Marsilio. Di lì a poco seguono gli anni dell’esplosione del liberty, e Majani nel 1908 costruisce la sua splendida palazzina progettata dall’architetto Augusto Sezanne nella centralissima via Indipendenza che, negli anni Cinquanta, diventerà il ritrovo prediletto del bel mondo e di artisti, come Totò, Wanda Osiris, Renato Rascel, Macario con le Bluebell.

Nel 1911 Majani suggella la propria immagine di eccellenza con la creazione del suo prodotto di maggior prestigio: il “Cremino Fiat”, nato come iniziativa pubblicitaria per il lancio dell’automobile “Fiat Tipo 4”. Il cremino ha goduto fin da subito di un rilevante successo nell’ambiente universitario della “dotta” Bologna. E riuscì anche a far sciogliere il cuore all’intellettuale più importante del momento, Gabriele D’Annunzio, che dichiarò: “Ogni volta che mi trovo a Bologna vado da Majani ad acquistare cioccolatini Fiat”.

La tenacia e l’abilità di Francesco Mezzadri Majani e della madre Anna riuscirono dopo una complessa operazione a riportare nel 1985 il controllo della società nelle mani della famiglia e a farle raggiungere un soddisfacente equilibrio. Attualmente Majani produce a Crespellano, a pochi chilometri da Bologna, in due stabilimenti di proprietà, di 7.500 mq, ed è rimasta una delle poche nel settore che produce il cioccolato partendo dal seme di cacao crudo.

di Dario de Marchi

27 Ottobre 2016